Riapre il Museo San Pietro a Colle Val d’Elsa dopo vent’anni di chiusura. Un percorso artistico fra Siena e Firenze e la Collezione di Romano Bilenchi

Dopo quasi venti anni di chiusura, sabato 18 marzo, alle ore 11 riaprono le porte del nuovo Museo San Pietro a Colle Val d’Elsa. Il museo – nel quale sono esposte oltre 200 opere – è il frutto della fusione del Museo Civico e Diocesano d’Arte sacra (formatosi dall’unione dei due istituti nel 1995), con la Collezione del Conservatorio di San Pietro, il monastero di San Pietro e il monastero di Santa Caterina e Maddalena, la Collezione Romano Bilenchi e la Collezione di Walter Fusi.

Il percorso espositivo, realizzato su progetto dell’Arcidiocesi di Siena, del Comune di Colle Val d’Elsa e della Fondazione Musei Senesi, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto e Arezzo e il contributo di Ales SpA, Regione Toscana e Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ripercorre la storia della città attraverso le espressioni d’arte, in un dialogo costante tra religiosità e ambizione civica propria dei comuni medievali, culminata nel 1592 con l’elevazione della Terra di Colle a Città, a seguito dell’istituzione della Diocesi. L’allestimento, scandito sui grandi avvenimenti storici, cerca di cogliere e proporre i momenti in cui il linguaggio artistico diventa espressione della cultura del popolo colligiano e della sua fede.

Posta al confine tra i territori di Siena e Firenze, Colle fu luogo di scontro politico, culminato in battaglie e assedi, ma anche luogo di incontro tra la tradizione artistica senese e quella fiorentina, humus culturale da cui nacque la grande stagione dell’età moderna, culminata nella ristrutturazione urbana e nei cantieri promossi dagli Usimbardi, come il Duomo, il Palazzo Vescovile o le fabbriche del San Pietro e dell’Ospedale di San Lorenzo, per giungere alle esperienze Otto e Novecentesche, magistralmente identificabili nelle opere di Antonio Salvetti o nel tormento artistico di Walter Fusi.

Particolare importanza acquista la sezione dedicata alla Collezione di Romano Bilenchi, che propone una selezione scelta della ricca biblioteca dello scrittore colligiano donata al Comune di Colle di Val d’Elsa, nel contesto in cui si trovava: le opere di Ottone Rosai, Moses Levy e Mino Maccari raccontano la formazione di Romano Bilenchi, arricchendo il quadro fornito dalle sue opere letterarie, specificandone la personalità.

Tutta questa vicenda è raccontata nelle sale del museo e nella città, in un percorso integrato che, partendo dal San Pietro, porta ideale della città, si svolge per le vie ed i vicoli del Borgo di Santa Caterina e del Castello, per terminare al Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli”, che, a breve, riaprirà le porte con nuovo allestimento.

Per la prima volta la proposta di Colle Alta Musei disvela le particolarità colligiane, permettendo al visitatore di leggere lo sviluppo della Città e della Diocesi di Colle in rapporto alle opere d’arte ed alle modifiche del tessuto urbano, con un dialogo continuo tra musei e centro storico, anche grazie al supporto della specifica audioguida.

La gestione del museo e l’organizzazione è affidata Civita – Opera.

MUSEO DI SAN PIETRO: LA SCHEDA TECNICA

Il Museo San Pietro ha sede all’interno dell’omonimo conservatorio, dove, già dagli anni Novanta, l’amministrazione comunale di Colle di Val d’Elsa, in collaborazione con altre istituzioni, organizzava eventi ed esposizioni negli spazi al piano terra. Già in quegli anni si andava però formando un progetto più ampio che, grazie al recupero del piano superiore, potesse ampliare le superfici disponibili e le potenzialità di un luogo che poteva configurarsi come centro culturale rilevante non solo nell’orizzonte provinciale, ma anche regionale e nazionale. Il Comune, anche grazie ai contributi della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della Regione Toscana, ha così avviato i lavori di adeguamento strutturale che si sono conclusi solo nel 2015; nel 2010, tramite la Fondazione Musei Senesi, è stato possibile reperire i fondi ulteriori necessari all’allestimento delle opere e alla realizzazione dei supporti informativi nell’ambito del progetto ARCUS (oggi Ales spa) “Visita il museo e vivi il territorio”.

Molte le professionalità e le ditte che, negli anni, si sono avvicendate sul cantiere. Il progetto di allestimento è stato diretto dallo Studio Catoni Associati di Firenze, mentre il coordinamento scientifico è stata la naturale espressione di una coralità di istituzioni: il Comune, la Curia Arcivescovile di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino, la Fondazione Musei Senesi, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo.

IL PERCORSO. Condiviso da tutti gli attori, il percorso vuole raccontare l’affascinante storia di questa città, al confine tra Siena e Firenze, dal VI secolo ai giorni nostri: al primo piano, infatti, sono visibili le prime testimonianze del culto nel territorio, che si intensificheranno, grazie al pennello di grandi artisti, fino alla seconda metà del Cinquecento, quando Colle diviene sede vescovile all’apice del potere e della ricchezza, economica e culturale; dal Museo Diocesano al Museo Civico, passando per una sorta di Galleria di Colligiani Illustri, si procede quindi a scoprire la vicenda di pittori legati a Colle ma interpreti di un gusto diffuso, quasi nell’intimità di un salotto ottocentesco, per poi evolversi nella maniera contemporanea di Walter Fusi, attivo fino al 2013. Un ultimo ambiente è dedicato alla memoria del luogo, il Conservatorio San Pietro, mentre al piano terra è possibile ammirare la collezione di Romano Bilenchi, scrittore colligiano che ha donato il suo patrimonio librario e il suo personale prezioso museo alla città, oggi finalmente visibile al pubblico.

LA NARRAZIONE. Pensata per ordine cronologico, lanarrazione, con qualche forzatura dovuta alle necessità degli spazi, procede per sezioni distinte da una suggestiva palette di colori (scandite anche dalle sedute) e da un gioco di lettering legato all’epoca rappresentata; gli allestimenti (setti, vetrine) sono stati volutamente realizzati in modo minimale e con colori neutri, per meglio far risaltare le opere e l’architettura originaria, che trova soluzioni particolarmente suggestive in alcune sale, come quella che vede “ricostruita” la Cattedrale, nella quale vengono simulati degli altari con le suppellettili contemporanee al dipinto che li sovrasta. Punto privilegiato il chiostro, che insieme ai più versatili ambienti a piano terra e al grande salone del primo piano, potrà ospitare diverse iniziative e rendere il museo dinamico ed attivo.

I NUMERI.
Superficie museale complessiva mq 1.950
Spazi per mostre temporanee mq 161
Spazi per didattica mq 80
Bookshop mq 45
Opere esposte: oltre 200 opere