PITTI BIMBO / 3. Una mattina a Palazzo Pucci, fra gli abiti della collezione junior e i capi d’archivio del marchese Emilio, artista della moda (con due fotogallery)

Nel cuore di Firenze, la bellezza di Palazzo Pucci si sprigiona appena si varca il grande portone che dall’omonima strada – via de’ Pucci – conduce nell’atrio dove un’antica carrozza, testimone di un passato storico, accoglie il visitatore che si accinge a salire le scale ricoperte con una guida celeste profilata in una particolare tonalità di giallo per  scoprire un po’ di quel mondo segreto dal quale il marchese Emilio Pucci raccontava la bellezza della moda elevata ad arte, a eccellenza fiorentina, quindi italiana e internazionale.20180119_110738

Tele preziose alle pareti, stucchi, divani ricoperti in tessuto broccato: si respira l’aria degli antichi palazzi fiorentini testimoni di una storia lunga secoli. Poi un lampo di luce, che arriva da un grande specchio sul quale appare una sagome fotografica del marchese Emilio mentre sistema un abito indossato da una modella. Ed ecco che nella sala a fianco del corridoio principale del primo piano, si schiudono ancora una volta le tipiche fantasie geometriche e non solo, che caratterizzano abitini, giacche, piccoli cappotti in peluche, scarpine e borsette, ovvero la collezione junior capace di trasformare le bambine da 0 anni in su in piccole principesse.

E quella presentata venerdì 19 gennaio 2018 a Palazzo Pucci, presente Laudomia, che porta avanti il lavoro del padre, è una collezione colorata e intrigante, un vero e proprio racconto che si snoda stagione dopo stagione e che coglie gli accenti più gioiosi della creatività di Emilio Pucci.

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Laudomia Pucci (al centro con la camicia fucsia) durante la presentazione della collezione Emilio Pucci junior

 Alla sua seconda collezione junior, Emilio Pucci riprende i principali temi che hanno caratterizzato la linea di prêt à porter femminile con un pensiero rivolto alla consumatrice bambina e alla neonata. Quindi uno studio attento di tagli e proporzioni, di fantasie e colori che, soprattutto nel tema “Mini Me” evidenzia come la bambina si ritagli una sua autonomia, scegliendo una selezione adatta a lei. I toni del rosa e del grigio, interrotti da lampi di giallo, approdano a una nuova interpretazione di varianti classiche come Astana, il tema più riconoscibile e il più legato al dna della maison fiorentina sia per le forme sia per i materiali. Piumini e cappotti, chemisier e gonnelline in twill fluido di viscosa e nylon, jersery e raso di cotone, si arricchiscono di bordi fantasia e di rouches.

Ed ecco poi il romantico “Cinguettio” degli uccellini, una decorazione riservata ai capi più eleganti e alla cerimonia. Il logo ripreso dagli strass, i cuoricini applicati, ricamati o serigrafati, aggiungono una nota brillante alla pelliccia rosa geranio, alle felpe, agli abitini mossi da volants e alla maglie lavorate a intarsio. La grafica di Onix anima il quotidiano con colori accesi, sottolineando la vocazione easy to wear per capi destinati al tempo libero, personalizzati da frequenti richiami al logo o dal motivo del fiocco in tecniche e applicazioni diverse. Ai temi iconici interpretati in tonalità pastello si rifà anche la linea per la neonata, con taglie che vanno dai 3 ai 24 mesi e una generosa proposta di accessori per la nursery. Sacchi nanna, copertine, mummy bag, cappellini e tanti pezzi facili e utili che compongono divertenti kit: il regalo ideale per l’arrivo di un nuovo bébé.

Due elefanti fantasia, dalla soffice imbottitura, hanno avuto – durante la presentazione – il ruolo di mascotte della collezione illuminata dalla luce chiara di una giornata invernale sul cui cielo lattiginoso, affacciandosi da una delle finestre del Palazzo, si stagliava nella sua bellezza affascinante la cupola del Brunelleschi.

Non poteva mancare, accanto al nuovo percorso junior della griffe, un rimando ad alcuni capi d’archivio. Capi che raccontano la moda fiorentina delle sfilate in Sala Bianca a Palazzo Pitti e quindi la nascita e lo sviluppo dell’Italian style. Abiti griffati Pucci dai tagli contemporanei, che negli anni Sessanta-Settanta (quando vennero realizzati), erano molto avanti. Modelli che guardavano direttamente al futuro della moda. Bellissime le tuniche e i pantaloni, splendide le tonalità di colore, dal fucsia declinato in vari toni all’azzurro, al bluette, al verde lime… Bellissimo un abito con le maniche decorate da piume e di una modernità accattivante quello in pelle dorata percorsa da impunture e con cinturetta in vita. Abiti indossati da manichini dalle pose plastiche, quasi a “costruire” un girotondo attorno a quattro poltrone iconiche, posizionate al centro della sala, dal design minimale ed estremamente contemporaneo, che diventa però sontuoso grazie alle fantasie cult di Emilio Pucci (testo a cura di Elisabetta Arrighi).