Quando il pianoforte scandiva le immagini in bianco e nero sul grande schermo (un articolo del critico Gabriele Rizza)

di GABRIELE RIZZA

Al cinema con la musica del vivo. l pianoforte. Immagini in bianco e nero, come i tasti del pianoforte. Il periodo d’oro del muto, dal 1910 al 1930, torna per il terzo anno consecutivo grazie a “Pianorama”, in programma fino a giovedì 9 marzo 2017 nella saletta dell’Istituto francese di Firenze in piazza Ognissanti. “Come lo scorso anno – dice Martin Münch, responsabile della rassegna – ci siamo concentrati su alcune pellicole che sono la storia del cinema, con l’obiettivo di riportare all’attenzione del pubblico, dei giovani soprattutto, quel tipo di proiezione, e di visione, sostenuta da un pianista che accompagnava dal vivo e in diretta lo scorrere delle immagini sullo schermo, quasi sempre improvvisando. Una stagione cancellata a partire dagli anni 30 con l’avvento del sonoro. La stessa sorte toccata al ‘Melodramma’, voce recitante più pianoforte, o alle sinfonie per pianoforte a quattro mani, a seguito dell’invenzione del giradischi”.

Scanditi alla tastiera da Massimo Barsotti, si è partiti martedì 7 con “Cenere” di Febo Mari del 1916, protagonista la “divina” Eleonora Duse (all’epoca quasi sessantenne, nella foto) per quello che resta il suo unico ruolo al cinema, seguito da “Entr’Acte” (1924) di René Clair, manifesto dada, nel cui cast figurano Picabia, Duchamp, Man Ray, Erik Satie. Domani tocca prima a Abel Gance col suo sperimentale “Mater dolorosa” (1932) e poi a Fernand Leger autore del celebre “Ballet mecanique” (1924), al piano Antonino Siringo, chiude giovedì “L’ultima risata” (1924) di Murnau, fra i massimi esponenti dell’espressionismo tedesco, pietra miliare del muto e capolavoro del cosiddetto “Kammerspiel”, al piano Joachim Baerenz unanimemente riconosciuto uno dei maestri dell’improvvisazione dal vivo. Inizio proiezioni ore 20.30. Ingresso libero. Info 055 2718801.