In palcoscenico. “Giulio Cesare” con Michele Riondino, “Fincostassù” di Alberto Severi e “Scintille”, la strage delle camiciaie a New York

Il più celebre dramma storico di William Shakespeare “Giulio Cesare” arriva venerdì 2 e sabato 3 febbraio 2018 , alle ore 21 al Teatro Goldoni di Livorno per la stagione di prosa (sezione “Classica”) in uno spettacolo di respiro internazionale firmato dal regista spagnolo Àlex Rigola.

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Michele Riondino

Direttore della Biennale Teatro di Venezia, Rigola realizza la sua prima regia italiana tornando all’opera che lo fece scoprire nel panorama teatrale con un adattamento dal taglio moderno e coinvolgente che trova nell’intenso Michele Riondino, apprezzato attore di cinema, teatro e televisione (“Il giovane Montalbano”), l’interprete ideale per il ruolo del nobile Marco Antonio. Un imponente apparato multimediale, con dodici attori in scena, porterà gli spettatori ai fatti storici successivi alla battaglia di Munda nel sud della Spagna nel 45 a.C., quando una vittoria spalancò le porte a Giulio Cesare alla carica di dittatore a Roma, fino alla successiva celebre congiura di cui fu vittima per mano di Cassio e Bruto ed il suicidio di questi nel 42 a.C.: l’opera, scritta da Shakespeare nel 1599, comprime così tre anni di eventi per farli durare meno di sei giorni. 

Sabato 3 febbraio, ore 18 presso la Sala Mascagni del Goldoni la Compagnia incontra il pubblico per approfondire i temi sollevati dallo spettacolo. Conduce l’incontro la giornalista Maria Teresa Giannoni.
Biglietti ancora disponibili presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204290) martedì e giovedì ore 10 – 13, mercoledì, venerdì e sabato ore 17-20 e online sul sito www.goldoniteatro.it.

FIRENZE E L’ALLUVIONE DEL ’66 SECONDO ALBERTO SEVERI

Uno sguardo in prosa sull’alluvione del ’66, nella rassegna “Teatro Liquido” di Guascone Teatro. Sabato 3 febbraio 2018 alle 21,30, al Teatro delle Sfide di Bientina (Pisa), in Via XX settembre 30, Alberto Severi mette in scena il suo “Fincostassù”. Una produzione di Br/io Diviso/Archetipo.

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Alberto Severi

Alberto Severi voce e volto del Tgr e drammaturgo di grande sagacia ed ironia, riflette sull’alluvione del ’66 che arrivò “Fincostassù”, come dicono i fiorentini indicando, quasi con orgoglio ai “forestieri”, le lapidi apposte sui muri del centro storico. L’espressione semi-dialettale diventa qui il titolo e il pretesto, per una sorta di spartito a più voci per attore solo, trascinato a testimoniare le varie fasi della catastrofe. Assumendo di volta in volta l’identità di traghettatore beone o di sommesso eroe dell’acquedotto, di acida bottegaia o di cacciatore spaccone, di pittore dongiovanni o di pretino di curia, di rigattiere filosofo o di ciarliera moglie dell’orefice di Ponte Vecchio. Un affresco corale di una toscana che non c’è più ma della quale raccogliamo e portiamo avanti l’eredità umana.

Informazioni 328 0625881 e 3203667354, info@guasconeteatro.it, www.guasconeteatro.it. Biglietti: 10 euro intero – 8 euro ridotto.

“SCINTILLE” AI LEGGERI DI SAN GIMIGNANO

Una riflessione sul mondo del lavoro al femminile, nella rassegna “Leggieri d’Inverno” (edizione numero sedici). Sabato 3 febbraio 2018 alle 21,30 al Teatro dei Leggieri in Piazza Duomo a San Gimignano (Siena), è in programma “Scintille”. Con Annapaola Bardeloni (nella foto sopra il titolo). Testo e regia Laura Sicignano, ricerca storica Silvia Suriano, musiche originali Edmondo Romano, scene Laura Benzi, costumi Maria Grazia Bisio, disegno luci Tiziano Scali, tecnico luci e suono Federico Canibus. Premio del Pubblico del 13° Festival Teatrale Di Resistenza e Premio Museo Cervi.

Siamo a New York, sabato 25 marzo 1911, ore 16 e 40: manca un quarto d’ora alla chiusura della fabbrica Triangle Waistshirt Company, produttrice di camicette. Sono al lavoro circa 600 persone, per lo più donne giovanissime. La maggior parte sa a malapena l’inglese: sono immigrate italiane o dall’Europa dell’Est e rappresentano il principale sostegno economico per le loro famiglie. Lo spettacolo rievoca questa giornata dal punto di vista delle protagoniste, una madre e due figlie, emigrate dall’Italia in cerca di fortuna. Un scintilla. Forse è scaturita da una delle fioche lampade a gas che illuminano le file di cucitrici, chine sulle loro macchine. In un attimo, all’Ottavo piano del grattacielo che ospita la fabbrica, prendono fuoco le camicette appese sopra le teste delle lavoratrici, gli avanzi di tessuto ammucchiati in enormi cumuli negli stanzoni, i rocchetti di filo. Non esiste un’adeguata protezione antincendio. Il fuoco impedisce di fuggire. C’è solo una scala d’emergenza, che subito crolla sotto al peso delle operaie. Le porte sono sbarrate: le hanno chiuse i proprietari della fabbrica, per impedire che le lavoratrici escano prima dell’orario stabilito. La tragedia si svolge in 18 minuti: 146 morti, quasi tutte ragazze.

Le operaie dell’Ottavo, Nono e Decimo piano sono imprigionate dalle fiamme. Cercano di scappare con il montacarichi: crolla sotto il peso eccessivo dei corpi. Un gruppo di studenti che assistono alla scena dal grattacielo accanto, creano una passerella sul tetto e riescono a salvare moltissime ragazze. Ma presto la passerella cede. Molte restano asfissiate dal fumo. Non rimane che un’unica via d’uscita: saltare giù. La folla da sotto urla: “Non saltare!”. Ma le alternative sono due: saltare o morire bruciati. Cento metri dalle finestre al marciapiede. Anche se i pompieri hanno teso delle reti per accogliere le fuggitive, l’altezza è tale che la stoffa di rompe. Una cascata di corpi. Ragazze dai cornicioni si lanciano tenendosi per mano. Ragazze in fiamme. Centinaia di corpi sul selciato. Negli anni precedenti le operaie avevano tentato inutilmente di ottenere migliori condizioni di lavoro e di sicurezza. Seguiranno una serie di processi, da cui i proprietari della fabbrica usciranno praticamente impuniti. Ma la scintilla della protesta si è sprigionata da questa terribile vicenda, che diventerà uno dei precedenti storici per la Festa della Donna. Molti altri episodi hanno concorso a dar vita all’8 marzo: è certo che se anche fosse anche falso il collegamento storico, non c’è episodio nella storia delle donne più adatto a segnare un punto di svolta.

Biglietteria e prevendita: Ufficio Turistico Pro Loco – Piazza Duomo 1, San Gimignano. Tel. 0577 940008 / fax 0577 940903 – info@sangimignano.com – www.sangimignano.com. Teatro dei Leggieri – Piazza Duomo, San Gimignano (SI) . Tel. e fax 0577 941182.

Biglietti. Intero € 12,00 – Ridotto € 10,00 (over 65, soci Coop Centro Italia, clienti librerie convenzionate, iscritti corsi Lus – Libera Università di San Gimignano, soci Auser San Gimignano, allievi scuole di danza e teatro) – Ridotto € 5,00 (under 18, studenti universitari, Leggieri Giovani)