Otto mesi di restauro e il Tabernacolo delle Fonticine è tornato all’antico splendore

È terminato il restauro del Tabernacolo delle Fonticine, in via Nazionale a Firenze. L’inaugurazione ha visto la presenza dell’assessore all’ambiente e al decoro Alessia Bettini, di monsignor Marco Viola, dei rappresentanti del Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli, di Fabrizio Guarducci presidente Istituto Lorenzo de’ Medici, di Lorenzo Casamenti responsabile dipartimento di Restauro Istituto Lorenzo de’ Medici, e di Monica Baldi presidente Associazione Pinocchio. L’intervento (del valore di quasi 90mila euro) è stato completamente realizzato e finanziato dall’Istituto Lorenzo de’ Medici e seguito dal professore Lorenzo Casamenti che in 8 mesi, con un impegno di 32 ore a settimana e un team di restauratori, ha lavorato per riportare il Tabernacolo all’originale splendore.

“Voglio anzitutto ringraziare l’Istituto Lorenzo de’ Medici che ha permesso il restauro delle Fonticine – ha detto l’assessore Bettini – il risultato è doppiamente gratificante: sotto l’aspetto strettamente estetico, per il piacere di restituire alla città uno dei più bei tabernacoli. E sotto quello culturale perché fiorentini e turisti potranno apprezzare ancora di più la Madonna con Bambino e San Giovannino di Giovanni della Robbia ospitata all’interno del tabernacolo” (nella foto in basso l’inaugurazione del restauro. Nell’immagine grande sopra il titolo il Tabernacolo delle Fonticine).

Il Tabernacolo è una costruzione complessa che ospita un grande bassorilievo in terracotta invetriata policroma realizzato dalla bottega dei Della Robbia nel 1522 su incarico di una delle Potenze della città (associazioni costituitesi fin dal Duecento che avevano il compito di organizzare festeggiamenti in occasione delle varie vicende cittadine) denominata Reame di Beliemme. Il nome Fonticine deriva, invece, dalle sette cannelle che, abboccate ad altrettante protomi di cherubini modellate nel marmo, versano acqua nello stretto bacile della vasca. L’intervento è risultato particolarmente difficoltoso sia per il pessimo stato di conservazione sia per la necessità di realizzare un cantiere in un spazio ad alta concentrazione di traffico e ad alto carico antropico qual è viai Nazionale. Per la struttura architettonica in pietra serena, gravemente compromessa, si è proceduto, dopo la rimozione dei depositi superficiali, ad un preconsolidamento delle parti che presentavano fenomeni di polverizzazione e sollevamenti cui è seguita una disinfestazione con l’applicazione, in più cicli, di prodotti biocidi. Successivamente sono state eseguite iniezioni di resine. Le integrazioni di parti mancanti sono state effettuate con l’ausilio di alcuni perni in fibra di vetro. Infine si è provveduto ad una protezione superficiale e ad una omogeneizzazione cromatica finalizzata ad ottimizzare l’aspetto estetico delle ricostruzioni e dei giunti. La copertura in elementi di laterizio, dopo essere stata oggetto della disinfestazione biocida e della pulitura, ha subito la rimozione delle scossaline in piombo di protezione che apparivano ormai obsolete e non più in grado di salvaguardare il monumento da pericolose infiltrazioni dell’acqua piovana. Si è proceduto quindi all’assemblaggio e messa in opera di nuove lastre in piombo nelle parti più vulnerabili della copertura posizionandole anche al di sopra dei capitelli delle colonne. La pala in terracotta invetriata è stata oggetto di una pulizia preliminare che ha consentito di individuare vecchie stuccature e/o mancanze per poi procedere ad un selezionato ripristino coadiuvato da un ritocco pittorico.

Anche il serramento vetrato è stato sottoposto al alcune modifiche per permettere la necessaria aerazione e quindi, per favorire il moto convettivo dell’aria, sono state inserite porzioni di rete metallica in alto e in basso sul telaio preesistente e, in ultimo, sono stati sostituiti i vetri esistenti con vetri stratificati antiriflesso. L’intonaco rovinato è stato rimosso e, dopo aver eseguito la pulizia delle superfici, ne è stato realizzato uno nuovo con malta di pura calce idraulica naturale, mentre è stato creato un canale di gronda in rame per raccogliere le acque. La vasca in marmo, dopo una pulizia preliminare seguita da una profonda disinfestazione, ha subito l’applicazione di più cicli di impacchi a base di Edta, carbonato di ammonio e polpa di cellulosa che hanno sortito un effetto soddisfacente. Le integrazioni di parti mancanti in marmo sono state effettuate con malta speciale additivata con resine epossidiche, inerti selezionati e pigmenti minerali a ricreare l’effetto marmoreo e, in ultimo, è stata eseguita una stesura di protettivo. L’impianto idraulico aveva bisogno di un rifacimento complessivo: dopo aver rimosso le sette bocche di erogazione in ferro ossidato, sono installate altrettante bocche in ottone pesante. Queste ultime rispondono a diversi requisiti come quello di far zampillare l’acqua nel bacile evitando sgocciolamenti, quello di poter essere smontate facilmente per una frequente manutenzione, quello di essere ancorate con un sistema reversibile e, non ultimo, quello di opporre una buona resistenza agli atti vandalici. Nell’ottica di un risparmio dei consumi idrici è stata, inoltre, predisposta una valvola temporizzata che, opportunamente programmata, potrà consentire, non solo, il funzionamento diurno della fontana ma garantirà flessibilità riguardo all’accensione/spegnimento.