O flos colende: Daniel Zaretsky in concerto nel Duomo di Firenze con il grande organo Mascioni (da Bach al Carillon di Westminster)

Venerdì 11 maggio 2018 (ore 21.15) la rassegna O flos colende, promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore, offre una nuova e imperdibile occasione per poter ammirare il fascino sonoro dell’organo Mascioni del Duomo di Firenze, strumento di sontuosa potenza sinfonica che nel 2017 ha conosciuto ulteriori ampliamenti (oggi è costituito da 6 corpi sonori, 4 consolle, quasi 8000 canne) e perfezionamenti tecnici, tali da averlo ora reso un organo all’avanguardia e degno delle maggiori cattedrali d’Europa.

Daniel Zaretsky 1_preview

A valorizzare le caratteristiche sonore di quello che è uno strumento unico in tutt’Italia e fra i pochissimi del genere al mondo, spetta ad organista di fama internazionale, che aggiunge così il suo nome a quello dei grandi interpreti fino ad oggi ospitati da O flos colende: è il russo Daniel Zaretsky (foto a lato), fra i più rinomati organisti di tutto l’Est europeo e fra i più importanti al mondo, vincitore di svariati premi internazionali; ammiratissimo nella natia San Pietroburgo, dove per dieci anni è stato organista della Grande Sala della Filarmonica, e dove insegna al Conservatorio ed è preside della facoltà di Organo e Clavicembalo.

Zaretsky siederà alle consolle del Mascioni per un programma alquanto versatile: pietre miliari di Bach (come il Preludio e Fuga BWV 545) sono affiancate alla scuola francese di Charles Marie Widor, che tratta l’organo come una grande orchestra (Adagio e Finale dalla Symphonie n. 2), e di Louis Vierne, del quale ascolteremo il Carillon de Westminster, il suo brano più noto, ispirato ai celebri rintocchi che riecheggiano dalla torre del palazzo di Westminster; conclusione inusuale, con un’incursione nella poco nota scuola organistica russa fra Ottocento e Novecento, qui rappresentata da Georgi Muschel (Toccata, con richiami all’antica musica ecclesiastica) e di Christophor Kuschnarev (Passacaglia, di gusto neobarocco).