O flos colende a Firenze, martedì 4 giugno le note dell’organo Mascioni del Duomo si mescolano alle sonorità del trombone

Le sonorità avvolgenti del trombone e quelle maestose dell’organo unite in un insolito connubio timbrico, per un programma assai variegato e dalle proposte di particolarissimo fascino: è il nuovo appuntamento di O flos colende (rassegna promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore con la direzione artistica di Gabriele Giacomelli), che si terrà martedì 4 giugno 2019 (ore 21.15), come di consueto nei suggestivi spazi del Duomo di Firenze. Ed è anche l’occasione per tornare ad ammirare il grande organo Mascioni (sopra il titolo), gioiello sonoro della Cattedrale, strumento dalla sontuosa voce sinfonica e unico nel genere in Italia. Alle tastiere del Mascioni siederà per la prima volta Guy Poupart, brillante organista lussemburghese acclamato come concertista in Europa e Asia, padrone di un repertorio che va dal Rinascimento alla musica contemporanea.

Andrea Conti (c) Musacchio e Ianniello

Con lui ci sarà Andrea Conti (foto a lato), primo trombone dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (ruolo già ricoperto per un decennio nell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e nella Bayerische Staatsoper), collaboratore ospite di orchestre come la Mahler Chamber Orchestra, la Israel Philharmonic Orchestra, la Filarmonica della Scala. Il programma non mancherà di mettere in luce le doti virtuosistiche dei due rinomati interpreti, in una mossa alternanza di momenti che li vedono suonare assieme ad altri destinati al solo organo: aperta da alcuni brani della Suite bréve del noto organista francese Jean Langlais, cieco dalla nascita e vissuto in pieno Novecento, la serata propone anche pagine celebri come l’intensa Méditation dall’opera Thaïs di Jules Massenet o come il Mattino tratto dalle musiche di scena scritte da Edvard Grieg per il Peer Gynt di Ibsen, affiancate a vere rarità come la misteriosa Communion – Les oiseaux et les sources che Olivier Messiaen incluse nella sua Messe de la Pentecôte e come il virtuosistico Morceau symphonique di Alexandre Guilmant. Il cangiante impaginato prevede anche le trascrizioni di due autori fondamentali del Barocco, Händel (Concerto per oboe in sol minore) e Bach (il preludio corale Wachet auf ruft uns die Stimme BWV 645), posto a efficace chiusura della serata.