“Nero su nero, da Fontana e Kounellis a Galliani”: 31 opere in mostra a Villa Bardini per riflettere sull’uso nell’arte di questo colore

Villa Bardini a Firenze ospita la collettiva di arte contemporanea “Nero su Nero. Da Fontana e Kounellis a Galliani” allestita fino al 9 luglio 2017 nelle sale espositive del terzo piano. Curata da Vera Agosti, l’esposizione è promossa dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini Peyron della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con Tornabuoni Arte e Fondazione Roberto Capucci e con il Patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze. L’evento è reso possibile grazie al contributo di Unicoop Firenze, Zoolandia e Ars Movendi E.S. Logistica Firenze. Alcune delle opere esposte provengono anche dalle gallerie Claudio Poleschi Arte Contemporanea di Lucca e L’Ariete artecontemporanea Bologna. Il titolo della rassegna è tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia i cui eredi e la relativa Fondazione ne hanno autorizzato l’utilizzo.

L’esposizione è una originale riflessione sull’uso del colore nero nella pittura e nella scultura italiana a parete attraverso una selezione di 31 capolavori di noti maestri, rappresentativi dei principali momenti della storia dell’arte contemporanea del nostro Paese.

Ecco allora lo Spazialismo con 5 tagli neri di Lucio Fontana e un’opera di Paolo Scheggi; l’Informale con un Catrame di Alberto Burri e un raffinato piatto; il Concettuale con Vincenzo Agnetti; l’Arte Povera con una grande scultura di Mario Ceroli e un lavoro di Jannis Kounellis, il famoso maestro recentemente scomparso (nella foto sopra il titolo particolare dell’opera). E ancora, la Pop Art con quattro tele di Tano Festa e Franco Angeli, la Transavanguardia con il dipinto “La Monaca” di Enzo Cucchi; esposte inoltre opere di personalità uniche e singolari come Gino De Domincis e Nunzio (del quale è presente un inedito in grafite e carbonio, realizzato espressamente per l’occasione); il gruppo degli Anacronisti e il Magico Primario è rappresentato da Omar Galliani, un campione del disegno contemporaneo che ha saputo nobilitare questa pratica e attualizzare la tradizione classica e rinascimentale. In mostra anche lavori di Nicola Samorì, pittore amatissimo in Italia e nel Nord Europa e protagonista nell’ultimo Padiglione Italia della Biennale di Venezia e di Francesca Pasquali, con le sculture di cannucce e neoprene che creano superfici vibranti e cangianti. E poi Lorenzo Puglisi che reinterpreta i capolavori dei maestri del passato e il fiorentino Iacopo Raugei, con allegorie contemporanee e un nero sontuoso, ricco e composito, che talvolta vira impercettibilmente verso altre tinte. Nell’apparato illustrativo viene ricordato il lavoro dell’antropologo Michel Pastoureau sulle implicazioni storiche e sociologiche del colore.

Un originale approfondimento del nero nella moda viene offerto anche dallo stilista Roberto Capucci che presenta, nell’ultima sala, alcuni abiti neri in dialogo con tre lavori di Alberto Burri, Enzo Cucchi e Omar Galliani, una sorta di summa e di sintesi dell’intera collettiva. Per l’occasione e per tutta la durata della mostra nel Museo Capucci, ospitato nella villa, sono presentati solo modelli in nero. A corredo, un elegante e prestigioso volume della Prearo Editore, storica casa editrice milanese specializzata in libri d’arte (96 pp., 20 euro). Per la collettiva, in collaborazione con Villa Bardini, Inera srl ha realizzato un’app dedicata a pagamento (0,99 euro) che permette di accedere a ulteriori contenuti sulle singole sale della mostra, su ogni opera esposta, sugli artisti e sul complesso Bardini.

Villa Bardini
Costruita su un preesistente impianto medievale, Villa Bardini fu edificata dall’architetto Gherardo Silvani nel 1641. Dopo il susseguirsi di una serie di passaggi di proprietà, la villa fu acquistata nel 1913 dall’antiquario Stefano Bardini insieme ad alcuni edifici in via de’ Bardi, così facendo questi furono uniti al palazzo in Piazza de’ Mozzi acquistato in precedenza. Alla sua morte la proprietà passò al figlio Ugo che morì senza eredi nel 1965. Il suo lascito sarebbe dovuto andare alla Confederazione Elvetica che lo rifiutò e fu così che nel 1987 lo Stato Italiano ricevette tale meravigliosa eredità. Il complesso fu poi affidato all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze nel 1998 che ha sostenuto le spese per l’imponente ristrutturazione e per l’apertura al pubblico del giardino (nel 2005) e della Villa (nel 2007).
Il giardino di Villa Bardini
Gli appassionati dell’arte possono immergersi nel parco naturalistico e architettonico del Giardino Bardini, luogo tra i più affascinanti di Firenze dal cui Belvedere si gode di una spettacolare vista sulla città. Quattro ettari di bosco, frutteti e giardini di rose, iris, e ortensie costeggiano parte delle mura medievali di Firenze. Il “Giardino dei tre giardini” – secondo la definizione data dall’antiquario Stefano Bardini (1836 – 1922) ultimo proprietario privato – si presenta con il bosco all’inglese, la scalinata barocca e il parco agricolo, e si configura come eclettica stratigrafia di usi e gusti, di mode e utilizzi che hanno cavalcato i secoli. Sono circa duecento i reperti tra statue e vasi, oltre a piccole architetture, fontane e arredi lapidei, oggi tornati al loro antico splendore dopo un accurato restauro durato cinque anni.

NERO SU NERO
Da Fontana e Kounellis a Galliani
A cura di Vera Agosti
Aperta fino al 9 luglio 2017
Firenze, Villa Bardini (Costa San Giorgio 2 – Tel. biglietteria/bookshop 055 2638599)
Orario: da martedì a domenica, dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18) – Chiuso i lunedì feriali.
Biglietti: intero: € 8.00; previste articolate riduzioni. 
Visite guidate: tutti i sabati e domenica alle ore 16.30 e 17.30 — Laboratori didattici per le famiglie la domenica con giochi didattici ispirati al tema della mostra. Il biglietto intero di ingresso alla mostra consente la visita al Giardino Bardini.
Per informazioni: info@bardinipeyron.it – tel. 055.20066206 (dal lunedì al venerdì) – Parcheggio gratuito nel piazzale interno al Forte Belvedere fino a esaurimento dei posti