Museo Marini a Firenze: lectio magistralis di Jeffrey Schnapp su arti digitali e sperimentazione

LA SORTE DEI SAPERI NEL 21MO SECOLO (12 SETTEMBRE)

Big data, rete, comunicazione multicanale dei saperi, modelli partecipativi emergenti, “archivio animato”, ovvero perché la digitalizzazione non equivale alla democratizzazione. Ecco alcuni degli argomenti della lectio magistralis che Jeffrey Schnapp terrà al Museo Marino Marini di Firenze, martedì 12 settembre 2017, alle ore 19.00. “La sorte dei saperi nel 21mo secolo” inaugura coì il ciclo What’s next.

Guru delle digital humanities, direttore del metaLAB dell’Università di Harvard, figura di riferimento mondiale nello studio dell’impatto del digitale sui modelli di produzione, disseminazione e trasmissione della cultura. Questo e molto altro è Jeffrey Schnapp, italianista, designer e storico della cultura le cui aree di interesse molteplici e articolate lo hanno portato ad occuparsi di letteratura, editoria, architettura, arti visive, pubblicità, storia delle idee. La sua lectio magistralis al Museo Marino Marini si concentrerà principalmente su innovazione e cultura, arti digitali e sperimentazione. Come spiega lo stesso Schnapp: “Il mio discorso fornirà un’esplorazione complessiva della situazione che anima gran parte del lavoro più avanzato nelle cosiddette “arti digitali e umanistiche, con l’obiettivo di individuare alcuni domini chiave della sperimentazione: la ri-mediazione della stampa, la ritrattazione dei dati, i ponti attraverso il divario analogico / digitale e la ridefinizione degli spazi di conoscenza, dalle aule scolastiche ai laboratori ai musei”. Presente e futuro del sapere scientifico, quindi: generi emergenti di comunicazione scientifica e culturale, nuovi oggetti di analisi e conoscenza, nuove metodologie di produzione del sapere e su cosa significhino oggi l’innovazione e la “creatività. Schnapp parlerà in particolar modo di alcune esperienze in corso al metaLAB di Harvard che mirano a modellare il concetto di “Knowledge Design”, design del sapere.

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Jeffrey Schnapp

Dopo la conferenza, Jeffrey Schnapp, che è anche CEO di Piaggio Fast Forward, il centro ricerca sul futuro che la Piaggio ha creato negli USA, presenterà “FuturPiaggio” (edito da Rizzoli), ambizioso progetto-oggetto d’arte innovativo su un gruppo che ha segnato la storia della mobilità e del design. Insieme a lui Daniele Ledda, designer del volume.

Con Jeffrey Schnapp, anche membro del comitato d’onore del Museo Marino Marini, si apre il primo appuntamento del ciclo di eventi “What’s Next”, curato da Schnapp stesso. Un ciclo dedicato a leader culturali, innovatori e makers internazionali che riflettono sul futuro dei musei, sfide, opportunità, innovazioni e cambiamenti.

ARTE, IL BLUFF DEL CONTEMPORANEO (15 SETTEMBRE)

Nel programma degli incontri di settembre 2017 al Museo Marino Marini, per la serie “Contemporary Art hates you” (tre conversazioni sull’arte contemporanea) l’appuntamento di venerdì 15 alle ore 19 sarà con Angelo Crespi che presenta “Ars Attack – Il bluff del contemporaneo” (Johan & Levi editore). Ne parlerà con l’autore Stefano Monti.

Dissacrazione, nonsense, divertimento inutile sembrano le nuove categorie dell’arte contemporanea, in cui solo il mercato definisce il valore di un’opera, e ogni giudizio estetico è bandito. Oggi niente ha più senso se non il marchio di fabbrica dell’artista che genera, al di là del risultato, arte come il melo fa le mele, obbedendo al cieco verbo della produzione e del guadagno, mentre i musei del contemporaneo, vuoti esoscheletri senza contenuti, certificano i prezzi di questi nuovi “titoli spazzatura”. Nessun problema se questa nuova arte non aspirasse al paragone con l’arte della Tradizione, a confrontarsi con i grandi del passato. Per essa bisognerebbe trovare un nuovo nome, una nuova categoria per una nuova tassonomia in cui comprendere tutte quelle cose brutte, insensate, spesso mal formate, che però si autodefiniscono arte. Per quest’ultime, Angelo Crespi s’inventa il termine sgunz, affondando la lama dell’osservatore disincantato e competente nel marcio dell’attuale sistema: critici, curators, galleristi, giovani e vecchi artisti di fama, tutti al tempo stesso vittime e fautori di un meccanismo che non fa altro che perpetuare se stesso. Sulla scia di una consolidata scuola di pensiero che va da Robert Hughes a Jean Clair, un pamphlet che si pone come un manuale di sopravvivenza in una giungla sempre più intricata, una scialuppa di salvataggio per chiunque senta di aver perso la bussola, per chi naviga controcorrente e crede ancora nell’arte. Quella vera.