La sorella dell’emiro del Qatar in visita privata alla mostra sull’Islam e Firenze e agli Uffizi. La galleria annuncia anche la nuova sistemazione della sala 7 (Masolino, Masaccio e Beato Angelico)

Visita privata, agli Uffizi, per la sceicca del Qatar, Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa al-Thani, sorella del reggente emiro Tamim bin Hamad Al Thani. Grande collezionista d’arte, la sceicca è giunta a Firenze con il marito Sheikh Jassim bin Abdul Aziz Al-Thani, ministro degli Affari e del Commercio dello Stato del Qatar, e ha visitato la mostra Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento, attualmente in corso nell’Aula Magliabechiana.

Accolti dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt (nella foto sopra il titolo), i visitatori hanno potuto osservare i capolavori che raccontano il legame secolare tra la città fiorentina e i mondi islamici. La sontuosa rassegna di arte sta riscuotendo un grande successo sia tra i visitatori che sulla stampa nazionale ed estera: e ricordiamo tra l’altro il lungo articolo dedicatogli il 19 agosto sul New York Times.

Al-Mayassa è tra le persone più influenti al mondo in campo artistico, inserita nell’elenco dei “Power 100” stilato dalla rivista di arte contemporanea ArtReview, dove appare in modo prominente anche nell’elenco “Time 100”; sulla rivista Forbes il suo nome è, significativamente, nella rubrica “The World’s 100 Most Powerful Women”. Al termine della visita agli Uffizi la sceicca Al-Mayassa ha voluto vedere anche le nuove sale dedicate a Leonardo, Raffaello e Michelangelo, sulle quali si è espressa con grande entusiasmo.

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UFFIZI. NUOVA SISTEMAZIONE DELLA SALA 7

Nel giorno di chiusura settimanale (il lunedì), agli Uffizi sono state risistemate il 20 agosto le opere nella sala 7, in cui per alcuni anni sono state esposte le opere di Gentile da Fabriano. La nuova disposizione torna a raccontare gli albori del primo Rinascimento fiorentino, come è stato dall’immediato dopoguerra in poi, per alcuni decenni. Ora si offre sulla stessa parete un interessante confronto fra la Madonna dell’Umiltà di Masolino, la Madonna col Bambino e Sant’Anna di Masaccio e Masolino e la Madonna di Pontassieve di Beato Angelico: ovvero il viraggio verso le novità plastiche e prospettiche nei primi decenni del ‘400. Nella stessa sala è esposta la piccola, deliziosa Madonna del Solletico di Masaccio, anche nota come la Madonna Casini; inoltre L’incoronazione della Vergine e la Tebaide dell’Angelico, insieme ai quattro santi del Polittico Quaratesi di Gentile da Fabriano.

Grazie a questa nuova sistemazione, la sala seguente (sala 8) risulta meno sovraffollata, e guadagnano visibilità opere di Filippo Lippi quali la Predella Barbadori e la famosa “Lippina”, ossia la Madonna col Bambino e angeli, indubbiamente l’opera più iconica dell’artista fiorentino.

Quanto all’Adorazione dei Magi, monumentale dipinto su tavola dipinto nel 1423 da Gentile da Fabriano, che fino al 23 settembre rimarrà esposto nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi nell’ambito della mostra Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento, essa tornerà ad essere visibile nella sua collocazione tradizionale nelle sale 5-6, accanto cioè all’Incoronazione della Vergine di Lorenzo Monaco.

Commenta Daniela Parenti, curatrice della pittura dal Medioevo al Quattrocento delle Gallerie degli Uffizi: “La scelta di esporre insieme alle opere di Masaccio, Masolino e del beato Angelico le tavole del polittico eseguito da Gentile da Fabriano per la cappella Quaratesi nella chiesa di San Niccolò oltrarno a Firenze, che recava la data 1425, intende sottolineare l’importanza che il naturalismo e la raffinatissima tecnica pittorica del pittore marchigiano ebbero per lo sviluppo della pittura fiorentina del terzo decennio del Quattrocento e porre in evidenza il coesistere, negli stessi anni, di correnti artistiche così diverse, il Gotico internazionale e gli albori del Rinascimento.”

Sottolinea Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi: “Il nuovo allestimento migliora la comprensione e il raccoglimento davanti ai singoli dipinti e offre una lettura più strutturata. Esso per giunta riprende per gran parte la sistemazione classica, messa in opera negli anni Cinquanta del Novecento dall’allora direttore Roberto Salvini nelle sale restaurate su progetto di Ignazio Gardella, Giovanni Michelucci e Carlo Scarpa.”