La nuova stagione dell’ORT al via il 26 ottobre con una serata rossiniana. Il programma, la “realtà aumentata” e molto altro (con fotogallery)

Con un mese di anticipo rispetto alla consuetudine, e in concomitanza con la chiusura del cartellone in corso, l’Orchestra della Toscana presenta la sua nuova stagione, la numero 38.   Alle attività rinnovate ogni anno con grande entusiasmo, si aggiungono adesso nuovi progetti.

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Prima di entrare nelle caratteristiche della nuova stagione ricordiamo che viene chiusa quella in corso giovedì 17 maggio 2018 al Teatro Verdi di Firenze, con Daniele Ustioni (immagine sopra il titolo, ph. Marco Borrelli) che torna all’ORT per salutare il pubblico sulle note della Sinfonia Pastorale di Beethoven. Insieme a lui sul palcoscenico Beatrice Rana, protagonista del Concerto op.15 di Brahms.
Non da meno sono i mesi che ci aspettano all’indomani di questo ultimo concerto; in programma una rassegna estiva sempre più impegnativa e fitta, da giugno a settembre. Numerosi i concerti a Firenze e in Toscana (confermata la presenza al Musart Festival, all’Amiata Piano Festival, al Chigiana International Festival oltre a molti altri) e l’ampliamento della programmazione delle Ville Medicee (da 8 sono diventati 12 concerti in totale).

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Guardando la nuova stagionassi può dire che il direttore artistico Giorgio Battistelli ha disegnato il calendario caratterizzandolo con molte novità artistiche, nella scelta di volti nuovi – che intraprenderanno un percorso di collaborazione a lungo termine – e nella composizione di un programma come sempre, pieno di sorprese.
L’idea di fondo è di condividere l’eredità culturale dell’Europa, cogliere più aspetti possibili delle musiche del nostro continente, dal ‘700 ai giorni nostri. È in questo spirito che si propone una dedica originale al genio musicale beethoveniano, in anticipo rispetto alla celebrazione dei 250 anni dalla sua nascita previsti nel 2020 (anno in cui anche l’ORT compirà gli anni, e saranno 40). Non mancheranno come sempre piccoli momenti rivolti al repertorio contemporaneo, caratteristica unica della nostra Orchestra che non si lascia intimorire dalla “diffidenza del nuovo” e continua a rivolgere il suo sguardo alla musica d’oggi.
Con la nuova stagione viene a disegnarsi anche un’iniziativa importante che ha come obiettivo la valorizzazione di artisti di acclarato talento, aspetto che la Fondazione ORT ha curato da sempre durante la sua storia, puntando su nomi quali Daniel Harding, Thomas Dausgaard (oggi direttore onorario) e naturalmente lo stesso Daniele Rustioni. Questa collaborazione che potremmo definire “in-residence” (con durata biennale) sarà rivolta a solisti che oggi affermano il proprio talento calcando la scena italiana e internazionale.
Confermato il progetto di ospitalità con le orchestre amiche che vede la presenza in stagione dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano con solista la violoncellista Miriam Prandi.
Una delle novità di quest’anno è invece il Concerto di Capodanno (fuori abbonamento) programmato per il primo giorno del 2019 alle ore 17.00 al Verdi di Firenze. L’idea nasce dal progetto triennale intrapreso con la Fondazione Festival Pucciniano che vedrà l’Orchestra impegnata in molti eventi della riviera versiliana, prima fra tutti la partecipazione ad agosto alla 64.ma edizione del Festival Puccini.

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È già possibile acquistare biglietti e abbonamenti della nuova Stagione, al momento solo ed esclusivamente presso la Biglietteria del Teatro Verdi, via Ghibellina – Firenze.(Nella foto sopra, da sx,  Tommaso Sacchi, Donatella Carmi, Sara Funaro, Maurizio Frittelli, Monica Barni, Giorgio Battistelli e Daniele Rustioni durante la presentazione al Teatro Verdi di via Ghibellina a Firenze della stagione 2018/2019).

IL CARTELLONE

Ritorni graditi e promettenti debutti nel nuovo cartellone dell’Orchestra della Toscana. Diciassette produzioni (sedici in cartellone più il concerto di Capodanno) che riportano al Teatro Verdi e in regione nomi eccellenti del concertismo accanto a giovani talenti; una scommessa comunque già vinta in partenza, dato che si tratta di artisti determinati, che stanno già costruendosi carriere brillanti anche grazie alla vittoria recente di concorsi internazionali prestigiosi. È la “meglio gioventù” delle sale da concerto, che dimostra come la classica non sia musica per vecchi. Si tratta, per esempio, delle violoncelliste italiane Miriam Prandi ed Erica Piccotti, del violinista Ziyu He, diciannovenne cinese, del pianista quindicenne Alexander Malofeev, del ventitreenne Jan Lisiecki, dei direttori d’orchestra Karem Hasan, Eva Ollikainen, Eduardo Strausser, Niklas Benjamin Hoffmann e Maxime Pascal.
Degli altri, che dai nostri cartelloni mancavano da un po’, sembra quasi superfluo dire. Di Gianluigi Gelmetti, che torna a Firenze per lo Stabat Mater di Gioachino Rossini che con l’ORT ha registrato anni fa in disco memorabile. Di Salvatore Accardo, già tante volte in passato solista concertatore dei nostri programmi. O di Mario Brunello, amico di lunga data.
E poi c’è chi all’ORT è ormai di casa. Non solo Daniele Rustioni,  bacchetta principale che da qualche mese ha preso ufficialmente servizio anche all’Opera di Lione. Ma anche Thomas Dausgaard, direttore onorario che si divide tra BBC Scottish Symphony Orchestra, Swedish Chamber Orchestra e Seattle Symphony. E Federico Maria Sardelli, pure scrittore, vignettista, compositore, studioso vivaldiano, e negli ultimi tempi presenza fissa di quasi tutte le stagioni cittadine.
La programmazione progettata dal direttore artistico Giorgio Battistelli prosegue sulla scia delle stagioni precedenti: l’abbicì del repertorio classico-romantico con aperture al Novecento storico e a qualche compositore di oggi. Con l’idea che l’ORT debba provvedere a una divulgazione musicale di alto livello rivolgendosi a un pubblico curioso, colto e (magari) nuovo, cui i nostri concerti dischiudere allettanti prospettive conoscitive sui momenti più rilevanti della storia della musica.

L’apertura rossiniana del 26 ottobre con Gianluigi Gelmetti, che può contare sulla presenza del Coro del Maggio Musicale Fiorentino preparato da Lorenzo Fratini e di un poker di solisti vocali eccellenti, tra cui il tenore spagnolo Celso Abelo, erede dello spirito più genuino del canto romantico.

Il 9 novembre l’ORT lascia il palcoscenico all’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, di cui è direttore artistico il fiorentino Daniele Spini. Sul podio, uno dei giovani italiani più stimati all’estero per il melodramma: Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna invitato abitualmente alla Scala, al Covent Garden, all’Opéra di Parigi, al Metropolitan di New York, al Festival di Salisburgo. Ma Mariotti non porta un programma lirico: presenta, invece, Alban Berg, la Quinta Sinfonia di Beethoven e il Concerto n.2 per violoncello e orchestra di Haydn. Pagina di virtuosismo spettacolare, questa, eseguita da Miriam Prandi, allieva di Natalia Gutman e Antonio Meneses (anche diplomata in pianoforte, che continua a suonare in pubblico), mantovana che abita tra la Svizzera e Berlino e si divide tra l’attività di solista e quartettista. (Nella fotogallery a seguire alcuni dei protagonisti della stagione 2018/2019 dell’ORT).

Per il suo ritorno all’ORT nel giorno della Festa della Toscana, il 30 novembre, Salvatore Accardo sceglie di suonare un caposaldo del repertorio violinistico, il Concerto di Beethoven, e la versione per orchestra d’archi di Notte trasfigurata di Arnold Schönberg, racconto in note (ispirato a versi simbolisti di Richard Dehmel) di un amore di coppia che sa superare il tradimento e rinnovarsi nel nome di un figlio che deve nascere – concepito dalla donna con un altro uomo.

Clima scandinavo pervade la serata del 13 dicembre 2018. Il danese Thomas Dausgaard incontra il violinista e compositore norvegese Hennig Kraggerud, il quale presenta le Humoresques del finlandese Sibelius. Poi si ascoltano Requies di Luciano Berio, offerto alla memoria della moglie Cathy Berberian, e l’ultima delle sinfonie di Brahms, la Quarta.

Il primo dei tre appuntamenti con Daniele Rustioni è fissato per la vigilia di Natale: Mozart, la vasta Sinfonia n.2 di Rachmaninov e il Concerto per pianoforte di Schumann. Con lui, ritroviamo la pianista Beatrice Rana, classe 1993: un’agenda zeppa di impegni in ogni parte del mondo, collaborazioni con Mehta, Luisi, Chailly, Pappano, Conlon, e di recente nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella. La seconda data di Rustioni è il 5 marzo 2019 con un programma a tema religioso. Ispirati dalla confessione luterana sono i tre Corali organistici resi orchestrali da Respighi e la Sinfonia della Riforma di Mendelssohn, concepita nel 1830 per celebrare il terzo centenario della Confessione di Augusta, la dichiarazione dottrinaria che ha posto le basi del protestantesimo. Con Francesca Dego, Rustioni esegue I profeti del fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco, nel cinquantenario della morte del compositore: un Concerto commissionato dal leggendario violinista Jascha Heifetz (che lo battezzò nel 1933 a New York, direttore Toscanini) come risposta al montante antisemitismo europeo; i suoi tre movimenti raffigurano i profeti Isaia, Geremia ed Elia, celebrando e affermando l’identità ebraica anche di autore e solista. Il terzo incontro con Rustioni è per l’ultimo concerto di stagione, il 16 maggio. In programma la Suite da Carmen di Bizet, la Sinfonia n.2 di Sibelius, che è quasi un inno nazionale per il pubblico finlandese, e il Concerto n.2 per violoncello di Saint-Saëns: lo suona il francese Edgar Moreau, oggi ventiquattrenne, che a quindici ha conquistato il secondo premio al Concorso Čajkovskij di Mosca e a diciassette ha vinto il Rostropovič di Parigi.

Altro prodigio dell’arco è Ziyu He, che il 9 gennaio 2019 interpreta il Concerto per violino op.64 di Mendelssohn. He si è imposto all’attenzione internazionale grazie alla vittoria dell’Eurovision Young Musicians Competition nel 2014, in rappresentanza dell’Austria, sua terra d’adozione. Sul podio il britannico Kerem Hasan, per l’Eroica di Beethoven e Untitled di Vittorio Montalti, fra i più interessanti compositori nella generazione dei trentenni, Leone d’argento alla Biennale di Venezia del 2010.

Serata al femminile quella del 25 gennaio 2019, che nel cuore del programma accoglie i Wesendonck-Lieder che Richard Wagner scrisse a Zurigo, preso d’amore per Mathilde Wesendonck, ammiratrice devota e sovvenzionatrice (insieme a suo marito), che gli ispirò anche “Tristano e Isotta”. Li interpreta il soprano finlandese Tiina-Maija Koskela, vincitrice nel 2014 del Concorso Lauritz-Melchior per cantanti wagneriani. Dalla Finlandia proviene pure Eva Ollikainen, della scuola di Jorma Panula, che negli ultimi decenni ha sfornato eccellenti direttori d’orchestra in quantità.

Con il suo Chopin, cui ha dedicato un’integrale discografica per Decca proposta anche in parecchie sale da concerto italiane, il 7 febbraio torna all’ORT il pianista Pietro De Maria. Quarta di Beethoven e Lagsamer Satz di Webern nel programma diretto da Giordano Bellincampi, una carriera tutta incardinata in Danimarca, dove si è trasferito giovanissimo. Chopin sarebbe anche tra gli autori di riferimento del pianista canadese di origini polacche Jan Lisiecki, ambasciatore Unicef. All’ORT però, il 14 febbraio, si confronta con il Concerto n.3 di Beethoven in una serata interamente dedicata al compositore tedesco che dirige Eduardo Strausser, brasiliano formatosi a Zurigo.

Beethoven, la Sinfonia n.2, anche nel concerto del 26 febbraio di Federico Maria Sardelli incentrato su partiture d’epoca classica, come il Concerto n.1 di Haydn suonato da Erica Piccotti, violoncellista da poco entrata nella maggiore età. È una pagina rara la sinfonia di Henri-Joseph Rigel, tedesco che ha trascorso gran parte dell’esistenza a Parigi, e oggi per nulla noto.

Concerto di virtuosismo spettacolare è il Terzo di Prokof’ev, con cui il 28 marzo si misura il prodigioso Alexander Malofeev, classe 2001, frutto della Scuola Gnessin, istituto moscovita che coltiva solo fuoriclasse. D’una decina di anni più adulto di lui è Niklas Benjamin Hoffmann, sul podio per un’altra sinfonia di Beethoven, la Prima, e per un pezzo d’oggi, Moriana, del marchigiano Carlo Boccadoro.

Il 4 aprile Peppe Servillo, in veste di attore, riassume in sé tutte le parti del Borghese gentiluomo di Molière: la sua riduzione del testo si innesta nelle musiche di scena composte per la commedia da Richard Strauss nel 1912. Il Borghese gentiluomo è una satira sferzante dei nuovi ricchi che si atteggiano a gran signori con risultati ridicoli, ma è pure una critica dell’etichetta in uso alla corte di Luigi XIV. Per il direttore francese Maxime Pascal anche la Musica per archi, celesta e percussioni di Bartók (1936).

Il Concerto di Pasqua del 17 aprile lo dirige uno specialista del repertorio contemporaneo, il tedesco Markus Stenz, allievo negli Stati Uniti di Leonard Bernstein e Seiji Ozawa e braccio destro di Hans Werner Henze per tante sue prime esecuzioni. Anche in questo caso – oltre che sull’Idillio di Sigfrido di Wagner e sulla Sinfonia n.2 di Schumann – si concentra su un lavoro d’oggi: la prima italiana di Air on Air di Ivan Fedele, solista Michele Marelli, virtuoso di corno di bassetto che maneggia agevolmente i linguaggi dell’avanguardia.

È un gioco di specchi il concerto di Mario Brunello, l’8 maggio, nel quale lo stile rococò e la musica di Mozart si riflettono in quella di Čajkovskij, e questa si rifrange nelle composizioni dei suoi contemporanei Anton Stepanovič Arenskij e Anton Rubinstein.

PER LA PRIMA VOLTA CON L’ORT

Sul podio Kerem Hasan, Niklas Benjamin Hoffmann, Eva Ollikainen, Maxime Pascal, Eduardo Strausser; tra i solisti al violino Ziyu He; al violoncello Edgar Moreau e Erica Piccotti; al pianoforte Jan Lisiecki, Alexander Malofeev; corno di bassetto Michele Morelli; e le voci di Tiina-Majia Koskela (soprano), Raffaella Lupinacci (mezzosoprano), Celso Albelo (tenore), George Andguladze (basso).

I BRANI MAI ESEGUITI DALL’ORCHESTRA

In ordine alfabetico per autore: Variazioni su un tema di Čajkovskij op.35a di Arenskij; Moriana di Boccadoro; Concerto n.2 per violino e orchestra op.66 “I profeti” di Castelnuovo Tedesco; “Air on air” di Fedele (prima italiana); Untitled di Motalti; Mitriade, re di Ponto ouverture di Mozart; Concerto n.3 per pianoforte e orchestra op.26 di Prokof’ev; Sinfonia n.2 op.27 di Rachmaninov; Sinfonietta per orchestra op.90 di Reger; Sinfonia n.4 di Rigel; Concerto n.2 per violoncello e orchestra op.96 di Rubinstein; Concerto n.2 per violoncello e orchestra op.119 di Saint-Saëns; Humoresques per violino e orchestra op.87 e op.89 e la Sinfonia n.2 op.43 di Sibelius; Il Borghese gentiluomo op.60 di R.Strauss.

NON SOLO CONCERTI 
/ Le attività extra cartellone

Daniele Rustioni rimane una colonna portante anche nel Cartellone 18/19, protagonista sul podio come direttore principale fino al 2020 (secondo il contratto triennale rinnovato un anno fa). Con lui continua il progetto discografico della trilogia sul ‘900 storico firmato Sony Classical. Dopo il volume su Giorgio Federico Ghedini, è uscito qualche giorno fa il secondo cd dedicato a Goffredo Petrassi. In attesa del lancio dell’ultimo disco che vedrà protagonista Alfredo Casella, la cui uscita è ormai imminente.

Oltre l’attività di routine e al cartellone dei concerti, la Fondazione si dedica anche alla formazione e alla istituzione di bandi per giovani musicisti e professionisti. Entro il mese di maggio (sabato 26) avrà scadenza il bando per la partecipazione al Concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di tre posizioni strumentali all’interno dell’organico orchestrale (Primo Clarinetto, Concertino dei Violoncelli e Spalla dei Violini Secondi).

Torna e si riconferma per i più giovani il Corso di alta formazione YO-YO Youth Orchestra Youth ORT. Per il secondo anno consecutivo l’ORT ha infatti vinto il bando “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” sostenuto da SIAE e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Questa seconda edizione si amplia rivolgendosi ad un numero maggiore di soggetti, aumentando il tipo di strumenti coinvolti. Saranno selezionati 18 strumentisti dai 18 ai 28 anni, che si formeranno anche partecipando a tre produzioni fin dalla prossima stagione (scadenza del bando venerdì 1 giugno).

Da non dimenticare il ruolo formativo che la Fondazione ORT porta avanti da ben 20 anni, attraverso attività come Invito alla Musica, un percorso strutturato di didattica dell’ascolto, integrato da un abbonamento speciale alla stagione concertistica dell’ORT; progetto curato e guidato da Marco Mangani e rivolto agli studenti delle scuole superiori con l’obiettivo di educare l’ascoltatore di domani.
Ascoltatori e in alcuni casi anche protagonisti, grazie al programma di Alternanza Scuola-Lavoro che dopo l’esperienza di quest’anno con la messa in scena dello spettacolo Il Fagiolo Magico da parte del nuovo Team didattico EDU-ORT. Anche per la prossima stagione viene confermato il progetto educativo che vede il coinvolgimento degli studenti dei licei fiorentini, Conservatori e Accademia delle Belle Arti di Firenze.

Da sempre all’ORT pensano che il bello della musica sia quel dialogo che nasce fra chi la suona e chi la ascolta: un legame sottile che arricchisce la vita delle persone e che non deve mai mancare. Da 38 stagioni questo è ciò che ha permesso all’ORT – viene sottolineato – di offrire a quanto più pubblico possibile momenti di qualità musicale indiscussa e iniziative davvero uniche come Realtà Aumentata e la Campagna membership “Sostieni l’ORT e sarà tutta un’altra musica!”. Ogni anno, sempre più sostenitori, ci affiancano per arricchire i percorsi che dedichiamo agli studenti e alle famiglie, consentendoci di offrire alle future generazioni la stessa fortuna di vivere la musica che abbiamo tutti noi oggi. Sarà possibile entrare nel Club degli Amici dell’ORT, scegliendo fra quattro opportunità (My ORT, Sostenitore, Amico e ORT Club). Tante saranno le opportunità e le iniziative speciali dedicate ad ognuno di voi. Scopri tutti i dettagli sul nostro sito www.orchestradellatoscana.it/sostienici
Dopo il successo degli ultimi anni, che ha visto la partecipazione di tante persone, torna a grande richiesta Realtà Aumentata, iniziativa con cui il pubblico di sostenitori e spettatori ha la possibilità di cambiare punto d’ascolto per immergersi in una dimensione percettiva completamente nuova. Anche per quest’anno per ogni concerto del Cartellone, quattro spettatori potranno sedersi sul palcoscenico accanto ai nostri professori d’orchestra e ascoltare la musica da una prospettiva acustica diversa dal solito. Si inizierà già dal concerto inaugurale, si invitano pertanto tutti coloro che sono interessati a partecipare, a contattare l’ufficio sviluppo scrivendo alla mail sviluppo@orchestradellatoscana.it