La luna e le pleiadi ormai tramontate… emozione e belcanto a Torre del Lago con lo spettacolo di Fulvio Venturi dedicato a Maria Callas

di LISA DOMENICI

La luna e le pleiadi ormai tramontate, aprono e chiudono la pièce del critico musicale Fulvio Venturi, intitolata “Tramontata è la luna”, e dedicata a Maria Callas a quarant’anni dalla scomparsa, andata in scena all’auditorium Caruso del Gran teatro all’aperto di Torre del Lago. Il lavoro prevede due voci recitanti, quella dell’autore e dell’attrice Francesca Cellini, a cui si sono unite quelle dei soprani Micaela Sarah D’Alessandro, Imma Iovine, Caterina Rufo e Anna Paola Troiano accompagnate al pianoforte da Emanuele De Filippis.

Su ogni parola recitata o cantata, dominano quella luna e quelle pleiadi di cui parla il bellissimo frammento poetico di Saffo, che sola dorme, mentre la notte è a metà percorso e il tempo scorre. E la solitudine è stata l’ inseparabile compagna di Maria nella vita e sul palcoscenico, nonostante i bagliori dei suoi successi.IMG_3756

La bravissima Francesca Cellini racconta la vita di Maria, singolare fin dalla nascita, con la madre che non ricorda il giorno esatto in cui è nata la figlia. Il 2 o il 3 o forse il 4 dicembre? Solo l’anno è certo 1923, finché non spunta il certificato di nascita che scioglie il dubbio: è il 2 dicembre. Le tappe salienti della straordinaria vicenda di Maria Callas procedono scandite dall’affettuosa penna di Venturi che per Maria recita non solo i versi di Saffo, ma anche due poesie di Pier Paolo Pasolini dedicate alla cantante “Atene” e “Timor di me?” e dalle emozioni della voce di Cellini che a Maria dona perfino il phisique du role, che rievoca lei, la Callas. Già la Callas, che seguiamo allieva di Elvira de Hidalgo, eppoi nei debutti, nei successi, negli incontri con Meneghini e Onassis, negli abbandoni, nell’esperienza cinematografica con Pasolini nel film “Medea”, nel ritiro definitivo nell’appartamento parigino, dove Maria muore il 16 settembre 1977.Maria_Callas

Poi c’è il canto. Come non ascoltare le arie degli operisti alle cui partiture Maria si accostò con amore e umiltà. Dalle preparatissime cantanti uscite dall’Accademia di alto perfezionamento del Festival Puccini, i soprani D’Alessandro, Iovine, Rufo e Troiano, il pubblico ha ascoltato le belle e celebri arie, tratte da Gianni Schicchi, Trovatore, Anna Bolena, Lucia di Lammermoor, accompagnate da Emanuele De Filippis al pianoforte, al quale il lavoro di Venturi ha lasciato spazio anche per qualche assolo. Applaudito come del resto tutti. Ad autore e interpreti sono andati lunghi e convinti applausi del pubblico, che ha lasciato l’auditorium con negli occhi l’immagime di Maria, rapita nella dolce visione della luna e delle pleiadi al tramonto.

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