“Human” al Goldoni: con Baliani e Costa si indaga su migranti e umanità

“Perché si mettono in viaggio sapendo in partenza che forse moriranno? Per quel forse”. In questa frase di Marco Baliani e Lella Costa, cruda quanto inesorabilmente forte, è racchiusa la sintesi di “Human”, lo spettacolo teatrale da loro scritto ed interpretato, atteso lunedì 28 e martedì 29 novembre 2016, alle ore 21 al Teatro Goldoni di Livorno per la stagione di prosa. Con questo nuovo lavoro (scene e costumi dello stilista, ma soprattutto artista, Antonio Marras), i due artisti, attori, autori e registi (nella foto a lato in basso di Daniela Zedda) tra i più affermati nel panorama teatrale italiano, si interrogano ed interrogano il pubblico sul significato più profondo di Umanità a partire dal titolo stesso, con quella linea nera che l’attraversa sbarrandolo: allusione inequivocabile alla presenza dell’umano ed alla sua possibile negazione.humans2

La prima ispirazione è stata l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la nascita dell’impero romano da un popolo di profughi: si parte dal mito per affrontare il senso profondo del migrare. Poi l’incontro e la reminiscenza di un altro mito, ancora più folgorante nella sua valenza simbolica e profetica: Ero e Leandro, i due amanti che vivevano sulle rive opposte dell’Ellesponto. Prende avvio così “Human”, dal tema delle migrazioni e dalla volontà di raccontarne l’ “odissea ribaltata”; poi la storia del nostro Novecento ed ancora, in misura più ampia, le vicende di questo primo millennio, con il loro racconto di intolleranze e persecuzioni, individuali o di massa, nei confronti degli inermi e degli innocenti, barbarie che continuano a perpetrarsi senza sosta. Utilizzando le forme teatrali, lo spettacolo, indaga quanto sta accadendo in questi ultimi anni, sotto i nostri occhi, nella nostra Europa, intesa non solo come entità geografica, ma come sistema “occidentale” di valori e di idee: i muri che si alzano, i fondamentalismi che avanzano, gli attentati che sconvolgono le città, i profughi che cercano rifugio.

“Non è uno spettacolo che denuncia – spiega Baliani che firma anche la regia dello spettacolo – o che indigna, informa, spiega, prende posizione, lancia messaggi o appelli. No, è piuttosto un teatro che inquieta, che pone domande e non conosce risposte, che lascia disorientati. È uno spettacolo che ci interroga su quella parola troppo abusata, Umanità, e interroga prima di tutto il gruppo degli attori e attrici, il nostro stare in scena dentro quella parola”. Prende così forma una narrazione multiforme, costruita da tanti quadri a sé stanti che aprono e chiudono una situazione, senza rimandi a quella successiva se non per analogie, o per trascinamento, ma così facendo non rinuncia ad incantare e divertire, con ironia e perfino con umorismo: perché forse solo il teatro sa toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, la forza della poesia. Con Baliani e Costa protagonisti sulla scena (nella foto grande di Zani-Casadio) saranno David Marzi, Noemi Medas, Elisa Pistis, Luigi Pusceddu; musiche originali di Paolo Fresu con Gianluca Petrella.

Martedì 29 novembre alle 17.30 presso la Sala Mascagni del Goldoni, la Compagnia con Marco Baliani incontrerà il pubblico, intervistato dalla giornalista Maria Teresa Giannoni.

Biglietti ancora disponibili presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204290) dal martedì al sabato con orario 17-20; biglietti in vendita anche nei negozi del circuito regionale Box Office o collegandosi al sito www.boxol.it; prezzi da €15 a €30, giovani under 25 €12; tutte le informazioni su www.goldoniteatro.it. Lo spettacolo sarà poi al Teatro dei Rinnovati di Siena mercoledì 30 novembre 2016 alle 21,15.