Gli scavi di Poggio del Molino, un’area archeologica che racconta l’insediamento romano. Una mostra nel Museo etrusco (anche con i visori per virtual reality)

Nel 2018 ricorre l’anniversario dei 10 anni di ricerche presso l’area archeologica di Poggio del Molino a Populonia. Per celebrare questo anniversario l’Associazione culturale Past in Progress promuove iniziative a carattere scientifico e divulgativo, in collaborazione con il Comune di Piombino, l’Università di Firenze, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Pisa e Livorno e il Museo etrusco di Populonia Collezione Gasparri.

invito

Le iniziative, gratuite e rivolte a tutta la comunità, prevedono l’allestimento di una mostra temporanea che sarà inaugurata sabato 9 giugno 2018 al Museo etrusco di Populonia Collezione Gasparri, un convegno scientifico articolato in due giornate nel mese di novembre 2018; eventi, laboratori per bambini e famiglie e visite guidate all’Area archeologica, dove è in corso la realizzazione del Parco di archeologia condivisa, il primo in Italia. Le celebrazioni di Poggio del Molino rientrano tra le iniziative promosse nell’ambito dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.

Le prime indagini sistematiche del sito furono condotte tra il 1984 e il 1988 dall’Università di Firenze, sotto la direzione di Vincenzo Saladino. Gli scavi rivelarono fin da subito il particolare interesse storico-archeologico del sito, la cui unicità è dettata, oltre che dall’eccezionale stato di conservazione delle strutture archeologiche, dall’essere il principale insediamento capace di raccontare, attraverso le testimonianze materiali, la storia di Populonia in epoca romana, dal II secolo a.C. alle soglie del Medioevo. Alla fine degli anni ’80, tuttavia, gli scavi furono interrotti a causa della mancanza di fondi e il sito fu completamente ricoperto dalla terra e dalla vegetazione.
Dal 2008 l’area di Poggio del Molino è al centro di un nuovo progetto di ricerca coordinato e finanziato dall’Associazione culturale Past in Progress in collaborazione con il Comune di Piombino (concessionario dello scavo e proprietario del terreno sottoposto a vincolo archeologico ai sensi del D.Lgs. 42/2004) e l’Università di Firenze a cui è affidata la direzione scientifica dello scavo. Alla ricerca partecipano studenti universitari italiani e stranieri. Sono organizzate field school in collaborazione con University of Arizona, Hofstra University, College of Holycross, Union College e Whitman College. Lo scavo è gestito come un vero e proprio cantiere scuola a cui partecipano, nelle attività accessorie, studenti italiani delle scuole superiori nell’ambito di progetti di alternanza scuola/lavoro. Alle attività accessorie prendono parte anche volontari italiani e stranieri, attraverso la no-profit statunitense Earthwatch Institute.

La mostra
Obiettivo della mostra è creare l’occasione per raccontare ai cittadini la storia di questo importante insediamento e condividere con il pubblico i dati finora acquisiti e i possibili sviluppi della ricerca. L’esposizione è allestita presso il Museo etrusco di Populonia Collezione Gasparri e curata da Carolina Megale e Giandomenico De Tommaso, direttori scientifici dello scavo, e dagli archeologi collaboratori del progetto di ricerca, Ambra Fiorini, Martina Fusi, Carlo Baione e Stefano Genovesi; il progetto allestitivo è realizzato dall’architetto Erica Foggi.
Il breve percorso sarà preceduto e integrato da pannelli che racconteranno il progetto di ricerca, dallo scavo archeologico al Parco di archeologia condivisa.
Il materiale esposto è stato digitalizzato in 3d per ottenere una versione virtuale della mostra da inserire nel profilo web sketchfab del Museo etrusco di Populonia Collezione Gasparri e dell’Area archeologica di Poggio del Molino e per visitare virtualmente l’area archeologica con gli appositi visori per virtual reality.

L’insediamento romano di Poggio del Molino
L’area archeologica di Poggio del Molino sorge su un promontorio che funge da spartiacque tra la spiaggia di Rimigliano, a nord, e il Golfo di Baratti, a sud. Le ricerche archeologiche hanno permesso di chiarire le tappe principali che hanno scandito la vita, i mutamenti e le trasformazioni dell’insediamento durante i sette secoli in cui ha vissuto.

 

cetaria e laconicum
Cetaria e laconicum

La prima fase risale al II secolo a.C. quando, sul versante settentrionale del poggio, fu costruita una fortezza posta a difesa del territorio di Populonia contro gli attacchi dei pirati, che in quel periodo infestavano il Mediterraneo.
Alla fine del I secolo a.C., l’edificio fu trasformato in villa rustica con annessa cetaria, uno stabilimento artigianale destinato alla produzione del garum (salsa di pesce), attrezzato con vasche per la macerazione e la salagione del pesce.
Verso la metà del II secolo d.C., dopo una profonda ristrutturazione, l’edificio fu trasformato in villa marittima: intorno ad un giardino porticato si aprivano i quartieri residenziali e termali, riccamente decorati con mosaici e affreschi, e il quartiere servile con la cucina e gli alloggi per i domestici.
Nel IV e V secolo d.C., il sito fu occupato da una piccola comunità stabile che negli ambienti in rovina della villa, ricavò spazi produttivi (come una calcara) e settori dedicati al culto, probabilmente cristiano. A questa fase risale anche la tomba di un individuo inumato, apprestata in un ambiente del quartiere residenziale.