“Gli anni migliori”, il nuovo graphic novel di Stefano Casini. Due adolescenti negli anni ’70 (lo sfondo è quello di Rosignano Solvay). Prima presentazione in Toscana a Mugello Comics

Arriva la terza edizione di Mugello Comics a Barberino di Mugello, sabato 13 e domenica 14 ottobre 2018. L’evento mugolano è dedicato all’arte del fumetto e ai suoi autori, ai giochi di ruolo e di ogni tipo, poi mostra mercato, mostre di artisti vari. Tra gli ospiti in programma Sergio Staino, Silver, Frank Espinosa e Stefano Casini, presente con il nuovo graphic novel “Gli anni migliori” (edito da Tunuè) che sarà presentato sabato 13 alle ore 17 al teatro Corsini.  

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Negli anni in cui il terrorismo emetteva i primi suoi vagiti terrificanti, in un’Italia che dopo il boom economico sentiva i primi venti di crisi, la musica esplodeva con messaggi e sperimentazioni che avrebbero condizionato il futuro, il femminismo doveva ancora fare sentire prepotentemente la propria voce, e lotte sociali su aborto e divorzio ancora dovevano venire, e in questo contesto si muovono due amici, due adolescenti. 

Copertina Gli Anni Migliori

Due ragazzi che, come tutti a quell’età, a tutte le latitudini e di tutte le epoche, vagano per il mondo in balia delle loro pulsioni, insicurezze e paure, alla ricerca di qualcuno che gli indichi una rotta in quello che è il mare magnum delle loro incertezze, presi come sono a cercare cosa diventare e dove andare. Certo, un’adolescenza diversa da quelle odierne, libera da smartphone e connessioni al mondo virtuale, ma legata alla famiglia e alle curiosità delle sue tradizioni, più permeata di politica (almeno percepita e onnipresente), più legata ad emozioni ed esperienze circoscritte al locale, con personaggi curiosi, d’antan o stralunati, modelli sbagliati ma affascinanti e con forti venature maschiliste, sempre dure a morire, nonostante tutto. Un’altra visione di quel periodo così difficile che è l’adolescenza… 
Max e Saverio siamo noi, sono io, è la mia generazione e quelli che come me hanno cavalcato quel periodo dove, come ogni sedicenne, volevamo ma non potevamo, e in questo braccio di ferro continuo con la vita, siamo diventati gli uomini che siamo. Che ci piaccia o meno. (Stefano Casini)

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Con l’anteprima a Romix, nel fine settimana del 7 ottobre 2018, il nuovo libro di Stefano Casini, illustratore, autore di fumetti e graphic novel, ha debuttato cominciando il suo percorso…

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Un libro nel quale un’intera generazione si ritrova (giovedì 11 ottobre 2018 l’autore sarà intervistato dalle 17 nel corso della trasmissione Fahrenheit su Rai Radio 3). Il volume, edito da Tunuè, si intitola “Gli anni migliori”, che sarà presentato anche a Lucca Comics. Stefano Casini, toscano di Rosignano, ma ormai da molti anni residente a Cecina, ha risposto ad alcune domande di www.toscanaeventinews.it (a seguire fotogallery con alcune tavole del libro e quindi l’intervista).

– Cinquant’anni fa il ’68, una rivoluzione culturale, politica, sociale, che in questo 2018 compie cinquant’anni ed è molto celebrata. Nasce da questo importante anniversario l’idea di questo nuovo graphic novel? Oppure da una storia molto più personale?

“No, non nasce assolutamente da questa ricorrenza, anche se fu un periodo molto importante- Nel’68 io avevo soltanto 10 anni e la mia generazione, e in special modo per noi ragazzi della provincia, il riverbero di tutto questo è arrivato più tardi. Nel libro siamo nel ’74 e ci sono solo gli echi di quella stagione in alcune tavole dedicate alla scuola, ed una ricorrenza di cronaca che fu una delle prime stragi che contraddistinsero la stagione del terrorismo: la strage di Piazza della Loggia a Brescia. 
In realtà – spiega Casini – si tratta di un affresco di quel periodo, il racconto di due adolescenti in contesti che adesso sembrano anacronistici ma che sono fatti delle stesse paure, le stesse pulsioni, le stesse incertezze dei ragazzi di oggi, un periodo che aveva in sé l’embrione di quello che l’Italia era con alcune caratteristiche di quello che siamo oggi”.

– Un ragazzino di 10 anni, tanti Stefano Casini ne aveva nel ’68: che cosa ricordi di quell’anno dopo il quale nulla fu piú come prima? E secondo te che cosa ha veramente rappresentato?

“Ricordo i telegiornali, i video sgranati in bianco e nero delle manifestazioni, le cariche della polizia, l’omicidio di Martin Luther King e Bob Kennedy. Allora la famiglia alle 20,30 sedeva compatta al desco familiare e non volava una mosca fino a quando gli impettiti speaker non avevano finito di leggere le notizie, rigorosamente sul TG1 unica voce giornalistica dell’epoca. Poi ci si chiede come mai le generazioni di quel periodo erano più coinvolte nell’attualità, non avevamo scampo, non esistevano alternative, non c’erano canali che offrivano cartoni o altri programmi, o vedevi quello o niente”.

“Gli anni migliori” é il titolo del graphic novel edito da Tunuè. Migliori per i due ragazzini che si aprivano alla vita oppure migliori in senso corale e assoluto?

“Migliori perché sono quelli fondamentali. Sono anche anni terribili, ma dove il mondo ti si schiude alle esperienze delle vita, alle prime pulsioni, ai turbamenti sessuali, alle nuove scoperte, e anche se tutto questo ti destabilizzerà diventerà il sedimento di quello che sarai da adulto, quelle esperienze faranno di te l’uomo che sarai, oltre a rimanerti scolpite nella memoria perché a quell’età tutto è come fosse un film bellissimo ed emozionante, anche se lo scoprirai soltanto molti anni dopo”.

– Lo sfondo della storia è un piccolo centro facilmente riconoscibile dai disegni: Rosignano Solvay, il luogo della tua infanzia. Perché questa scelta? Quanto la nostalgia può giocare belli o brutti scherzi?

“Non mi sono preoccupato di questo, la nostalgia può anche essere una costante, perché quando si guarda al passato lei si trasforma una compagna ineludibile, purché il tutto sia però genuino e il punto di osservazione sincero. Non potevo prescindere né dal luogo, né da quel contesto, per il semplice motivo che io quello ho vissuto, nasco da lì, e non posso fare a meno di ripartire da lì. E’ stato bello per me disegnare (a memoria) quel luogo, così cambiato, rammentandone dettagli e particolari. La casa di Saverio, ad esempio, è la mia più o meno com’è adesso e com’era allora, è un tributo che ho voluto farle, tanta è stata la sua importanza e tanto peso ha nel mio cuore. Così come il paese di Rosignano, che non è mai citato ma è inevitabilmente protagonista, i personaggi, che per qualcuno saranno addirittura riconoscibili. Ma tutto è rigorosamente inventato: la storia, i contesti, le persone, tutto è stato immerso nell’atmosfera di quel periodo, con l’intento di raccontare un luogo con i suoi personaggi, e marcare una distinzione da quell’Italia che oggi è ben diversa, più vicina nelle distanze ed omogenea nei contenuti, ma inevitabilmente figlia di quella stagione”.

– Sarai a Lucca Comics? Porterai anche altre nuove pubblicazioni?

“Sì, quest’anno sarò presente per l’intera durata della manifestazione, sarà una vera e propria maratona, vuoi per la promozione presso lo stand Tunuè de “Gli anni migliori”, ma dovrò dividermi anche con lo stand Mondadori Comics perché ho in uscita sulla collana Historica “La guerra dei trent’anni – La lama e la croce”, un racconto storico di cappa e spada ambientato nell’Europa del ‘600, che dovrò sostenere con le dediche. Come sai benissimo, oggi i libri non sono vanno realizzati, ma dobbiamo accudirli come figli, sostenendoli e promuovendoli”. (a cura di Elisabetta Arrighi)