Fiori e frutta per le teste di Arcimboldo. Venti opere in mostra a Roma

Fino all’11 febbraio 2018, a Roma, presso Palazzo Barberini, è visitabile la mostra Arcimboldo organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skira (clicca qui per tutti i dettagli), a cura di Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo e già direttore della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, e con la direzione scientifica delle Gallerie (nella foto sopra il titolo “Estate”, 1572 – particolare).

Il percorso della rassegna è formato da una ventina i capolavori autografi, disegni e dipinti, di Giuseppe Arcimboldi (Milano, 1526-1593) meglio noto come Arcimboldo, provenienti da Basilea, Denver, Houston, Monaco di Baviera, Stoccolma, Vienna, Como, Cremona, Firenze, Genova, Milano. Un’occasione eccezionale, anche per la difficoltà di ottenere i prestiti delle sue opere.

“Formatosi alla bottega del padre, nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci, Arcimboldo, pittore, ma anche poeta e filosofo, è celebre – si legge in una scheda della mostra romana – soprattutto per le famose “teste composte” di frutti e fiori. Grazie alle sue “bizzarrie” e alle sue “pitture ridicole”, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca. Apprezzato dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, Arcimboldo guadagnò persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di “Conte Palatino”. Riscoperto negli anni Trenta del Novecento, l’artista venne considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo”.