Debra Libanos, maggio 1937. La strage dei copti eritrei in scena a Terranuova Bracciolini con Roberto Abbiati

“Io sono un cantastorie italiano e mi vergogno un po’ per quello che abbiamo combinato in Africa orientale, mica come italiano, come essere umano. Era bello il monastero e pieno di cultura prima che lo avvolgesse il silenzio”: le parole sono quelle del regista e attore Roberto Abbiati (sopra il titolo, ph. Lucia Baldini), che, domenica 10 dicembre 2017 alle 21.15 all’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini (via Vittorio Veneto, 19, Ar) porta in scena lo spettacolo teatrale “Debra Libanos”, per la rassegna “Diffusioni” a cura di KanterStrasse Teatro. La piéce teatrale racconta la storia tragica e poco conosciuta della strage premeditata di appartenenti alla chiesa copta etiopica all’interno del villaggio conventuale di Debra Libanos tra i giorni 21 e 29 maggio 1937. L’azione venne condotta dalle truppe coloniali italiane sotto il comando del generale Pietro Maletti, allora incaricato della repressione armata nella regione dello Scioa occidentale, per ordine del viceré Rodolfo Graziani, il quale credeva in questo modo di piegare definitivamente la chiesa copta e la classe dirigente etiopica.

DEBRA LIBANOS DISEGNO_ROBERTO ABBIATI
Disegno di Roberto Abbiati

Lo spettacolo è supportato dai video di Nicolò Colzani, le musiche di Alessandro Nidi e Moustapha Dembélé-zam, ed è prodotto dal Teatro de gli Incamminati con la collaborazione di Armunia centro di residenze artistiche Castiglioncello – Festival Inequilibrio Diffusioni/KanterStrasse Teatro e Teatro di Bucine (AR), Festival DeSidera.

Dice Abbiati: “Nel 1936 siamo arrivati nell’Africa orientale con il mito del colonialismo e abbiamo messo lì un viceré, perché il re ce lo siamo tenuti in Italia, il governo ce l’aveva uno solo, il Mussolini, che si era scelto invece come soprannome ‘Duce’. L’Etiopia l’avevamo occupata con la guerra, una splendida e avventurosa guerra. Di battaglia in battaglia era diventata italiana. Tutti si festeggiava il principino appena nato, in patria e nell’Impero. Ma visto che eravamo fascisti e ci si comportava da imperialisti era come essere in guerra sempre, perché mica a tutti andava bene essere occupati, e al nostro viceré gli fanno un attentato mentre brindava alla dinastia dei Savoia. La rappresaglia italiana è immediata, il duce e il Graziani, che era il viceré, si raccomandano che i primi a essere ‘passati per le armi’ siano i cantastorie. Così nessuno potrà raccontare e ricordare. Poi ‘passano’ tutti gli altri: i sospettati e i neri. Quindi tutti. A Debra Libanos l’antico monastero copto sulle montagne etiopi si ‘passano’ i monaci e i pellegrini durante la festa di San Michele, così, quasi per gioco”.

Biglietto intero 10 €, ridotto 7 €.

Per ulteriori informazioni comunicazione@festivaldiffusioni.com; sito internet www.festivaldiffusioni.com