Antifascisti lucchesi nelle carte del Casellario Politico Centrale: una ricerca e un libro per raccontare le storie di 120 antifascisti. Presentazione il 13 ottobre a Seravezza

Furono circa 1600 gli antifascisti della Provincia di Lucca iscritti nel corso del Ventennio nel Casellario Politico Centrale, oscuro ‘database’ a uso del regime per il controllo e la repressione dei cosiddetti sovversivi. Uno schedario in cui finirono personaggi noti e di grande rilievo storico-politico – come l’avvocato Luigi Salvatori, padre del socialismo versiliese, l’insegnante viareggino Giuseppe Del Freo, maestro di generazioni di democratici e antifascisti, il futuro onorevole e ministro Armando Angelini, l’avvocato e giornalista Guglielmo Pannunzio – ma anche decine, centinaia di individui rimasti a lungo nelle pieghe e nei cassetti della storia. I loro nomi e le loro storie tornano adesso alla luce grazie al meticoloso lavoro di ricerca e di studio condotto dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea (ISREC) di Lucca che nell’arco degli ultimi due anni ha estrapolato dall’enorme mole di informazioni conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma i fascicoli dei 1600 antifascisti lucchesi, li ha riprodotti e li ha resi consultabili presso l’archivio dell’ISREC stesso a Lucca. Non solo.

Un volume che raccoglie le vicende biografiche di 120 di loro, a cura di Gianluca Fulvetti e Andrea Ventura, è stato da poco dato alle stampe per i tipi della Maria Pacini Fazzi Editore. Si intitola “Antifascisti lucchesi nelle carte del Casellario Politico Centrale” e sarà presentato sabato 13 ottobre 2018 alle 17:30 nella sala Cosimo I di Palazzo Mediceo di Seravezza. Interverranno nell’occasione gli amministratori comunali di Seravezza e il presidente della sezione Anpi “Gino Lombardi” Versilia Giovanni Cipollini. Saranno presenti i due curatori e, con loro, anche la giovane studiosa seravezzina Rachele Colasanti, componente del team di quattordici persone che sta lavorando al progetto di ricerca avviato dall’ISREC sulla storia dell’antifascismo e della Resistenza in provincia di Lucca.

Significativa per la presentazione del volume la scelta di Seravezza – definita in alcuni documenti d’archivio “la roccaforte del sovversivismo versiliese” – che resistette a lungo all’affermarsi dell’ideologia fascista.

Nel libro si trovano, come detto, le informazioni sulla vita di 120 antifascisti nati o residenti nella Provincia di Lucca (111 uomini e 9 donne). È il primo e rilevante risultato di un più ambizioso progetto, che punta alla realizzazione di un dizionario biografico degli antifascisti e dei resistenti in provincia di Lucca. In esso trovano spazio quegli oppositori che, nell’arco temporale compreso tra la comparsa dello squadrismo in provincia di Lucca e l’8 settembre 1943, furono sorvegliati e monitorati dal regime. “Ciò ha significato escludere, in questa prima fase dello studio – spiegano i curatori – tutti coloro che solo in seguito all’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio intrapresero la scelta partigiana. Viceversa, abbiamo cercato di ricomporre, per quanto possibile, le esperienze compiute dagli antifascisti ‘storici’ dopo l’annuncio di Badoglio, in piena guerra civile e nel secondo ‘lungo dopoguerra’. Oggi la configurazione sociale che ci circonda appare atomizzata, profondamente indebolita nelle sue ossature di aggregazione e schiacciata su una dimensione sempre più mercificata e disumana. E allora, in questa cornice, le odissee e la semplice quotidianità degli antifascisti e delle antifasciste sono ancora attuali: non per un semplice ‘dovere del ricordo’ o per creare anticorpi capaci di respingere il ritorno dei barbari in camicia nera, ma per comprenderne a fondo tutta quella moralità che, dopo aver segnato un confine netto con i fascisti, continua a parlare al nostro presente”.

«Ringraziamo la casa editrice, l’ISREC e i curatori del volume per aver scelto la nostra città per questa presentazione pubblica», ha detto l’assessore alla promozione e valorizzazione del territorio del Comune di Seravezza Giacomo Genovesi. «Si tratta di un lavoro di grande rilevanza, che merita il nostro plauso e tutto il nostro sostegno, inserendosi peraltro in maniera organica nei processi di salvaguardia, recupero e promozione della memoria locale che la nostra Amministrazione sta portando avanti con grande impegno e convinzione. Auspichiamo per l’appuntamento del 13 ottobre – ha concluso – una folta partecipazione di cittadini».