Amici della Musica di Firenze: il pianista inglese Paul Lewis il 23 marzo alle 16 in concerto alla Pergola. Poi il Cuarteto Quiroga (il 24) e il Calidore String Quartet (il 25)

Per la Stagione degli Amici della Musica di Firenze, sabato 23 marzo 2019 alle 16 torna al Teatro della Pergola l’affascinante pianista inglese Paul Lewis(foto sopra il titolo) a completare il ciclo di appuntamenti dedicati a tre autori del classicismo e romanticismo mitteleuropeo: Franz Joseph Haydn, vissuto fra il 1732 e il 1809, Ludwig van Beethoven (1770-1827) e Johannes Brahms (1833-1897). Nel corso della sua vita, Haydn compose 52 sonate per pianoforte, in un periodo storico molto importante per l’evoluzione di questo strumento e anche di questa forma musicale: il fortepiano, lo strumento antenato del pianoforte, infatti, stava in quegli anni conquistando sempre più importanza per i compositori, scalzando pian piano altri strumenti a tastiera, come il clavicembalo e il clavicordo, che davano all’autore e all’esecutore una minore possibilità di intervento sulle dinamiche del suono (in pratica, non permettevano di suonare suoni “piano”, “forte”, o di intensità intermedia, ma soltanto con una sola e unica dinamica). Inoltre, le composizioni per pianoforte solo avevano forma breve ed erano composte da un unico movimento: con Haydn, in particolare, queste forme – che prendono il nome di Sonate – diventano più articolate e formate da più movimenti. La Sonata di Haydn che eseguirà Paul Lewis per gli Amici della Musica, la n. 34 in mi minore, del 1778, è in tre movimenti: Presto, Adagio e Finale. Degli altri due autori in programma, Beethoven e Brahms, Paul Lewis sceglie di suonare brani molto particolari: ad esempio, di Brahms, esegue la raccolta dei tre intermezzi op. 117, brevi composizioni per pianoforte di carattere intimo e riflessivo. Brahms compone questa raccolta nell’estate del 1892, cinque anni prima della morte. Sono tre lavori accomunati da un sentimento di generale serenità, con una vena malinconica. Il primo intermezzo, Andante moderato, è accompagnato da un paio di versi tratti da un’antica ninna nanna scozzese, ripresi e tradotti in tedesco dal poeta Johann Gottfried Herder, che recitano: “Dormi dolcemente, bimbo mio, dormi dolcemente e tranquillo, mi dà tanta pena vederti piangere”.

La seconda parte del concerto è interamente occupata da un monumentale lavoro di Beethoven, le Variazioni in do maggiore su un valzer di Diabelli. Antonio Diabelli è stato un compositore italiano ed editore musicale contemporaneo di Beethoven, anche lui attivo a Vienna. Diabelli ebbe l’idea di chiamare all’appello molti compositori residenti nell’impero asburgico chiedendo loro di scrivere ciascuno una Variazione su un suo valzer. La raccolta fu pubblicata nel 1824 sotto il pomposo titolo di Società Nazionale degli Artisti. Variazioni per pianoforte su un tema originale, composte dai più eccellenti compositori e virtuosi di Vienna e dell’Impero Austrìaco, e comprendeva cinquanta Variazioni di cinquanta diversi compositori. Tra i cinquanta troviamo molti musicisti oggi sconosciuti e qualche celebrità, come Schubert e Liszt. Non c’è però il nome di Beethoven, perché Beethoven si era messo a lavorare sul valzer di Diabelli fin dal 1819, e nel 1823 aveva consegnato all’editore un lavoro mastodontico di 33 Variazioni, che furono pubblicate nello stesso anno.

Ancora con Beethoven si apre il concerto di domenica 24 marzo alle 21, che vede ospite il Cuarteto Quiroga, giovane e promettente quartetto spagnolo, ospite per la prima volta degli Amici della Musica di Firenze. La particolarità di questo quartetto è il magnifico violino suonato da Cibrán Sierra, uno dei due violinisti del gruppo: questo incredibile strumento è stato realizzato dal liutaio Nicola Amati nel 1682, ed è appartenuto in passato a uno dei violinisti più influenti della storia: Arnold Rosé, primo violino dell’Orchestra Filarmonica di Vienna ai tempi di Brahms e Mahler. Arnold Rosé fu anche violinista del quartetto Rosé, importantissimo a Vienna in quel tempo. Il Cuarteto Quiroga aprirà il concerto con il Quartetto n. 18 op. 5, composto da Beethoven fra il 1798 e il 1800. A seguire il secondo quartetto del compositore ungherese Béla Bartók, vissuto fra il 1881 e il 1945. In chiusura, il primo quartetto del compositore argentino Alberto Ginastera, nato a Buenos Aires nel 1916 e morto a Ginevra nel 1983. Il suo quartetto, composto nel 1948, è ricco di sonorità che richiamano il folklore argentino. Ascoltiamo il primo movimento, Allegro violento ed agitato.

Lunedì 25 marzo alle 21 sarà la volta di un altro quartetto, il Calidore String Quartet, formazione americana, fra le giovani promesse della musica da camera mondiale. Oltre a un Quartetto di Beethoven e uno del compositore romantico Felix Mendelssohn, il Calidore String Quartet eseguirà i Cinque Pezzi op. 5 del compositore austriaco Anton Webern, vissuto fra il 1883 e il 1945. Webern è considerato uno dei padri della musica del secondo novecento: la sua attenzione a considerare il suono come il risultato della somma di diversi parametri (l’altezza, l’intensità, il timbro, la durata) ha influenzato la ricerca musicale dei suoi predecessori e, in un certo senso, ha portato alla nascita della musica elettronica, quindi alla possibilità di creare il suono artificialmente. Altro lavoro in programma è il Quartetto n. 1 di Leoš Janáček, compositore ceco vissuto fra il 1854 e il 1928. Janáček compone il suo Quartetto n. 1 nel 1924, ispirato dalla lettura del racconto La Sonata a Kreutzer di Tolstoj. Il racconto narra di come, durante un viaggio in treno, un passeggero condivida lo scompartimento con un uomo, Podnizicev, che gli rivela di avere ucciso la moglie, sospettandola di avere una relazione con un violinista che si faceva accompagnare dalla donna per eseguire la celebre Sonata a Kreutzer di Beethoven. Podnizicev era stato assolto per questo “delitto d’onore”, ma l’uxoricidio aveva completamente stravolto la sua vita, portandolo a considerazioni ciniche e nichiliste sul matrimonio, e a una generale agitazione e nevrosi nei confronti di ogni aspetto della vita. Non è mai stato chiaro se e quali legami biografici potessero esserci fra il racconto di Tolstoj e la vita di Janáček, che nel 1918 era arrivato a una sorta di divorzio dalla moglie Zdenka e, nel mentre, aveva maturato, nei confronti di una donna molto più giovane di lui e sposata, Kamila Stòsslovà, una passione che rimase, molto probabilmente, platonica, ma molto forte per gli anni a venire.
Ascoltiamo l’inizio di questo quartetto, che si apre con un tempo “Adagio. Con moto”.
Biglietti concerti da 17 a 28 euro. Tutte le info e il programma completo della stagione su www.amicimusicafirenze.it.

AMICI DELLA MUSICA FIRENZE: tel 055/607440 – www.amicimusicafirenze.