Al Solvay la stagione prosegue con Armunia. Messeri al Niccolini con “Maledetti Toscani” e poi i detenuti-attori tra Florida e Sollicciano

Il mese di marzo, per molti teatri, è l’ultimo per mettere in scena gli appuntamenti stagionali con la prosa. Anche il Teatro Solvay di Rosignano, “passato” dalla società chimica multinazionale Solvay al Comune (siamo nella fase finale della definizione degli accordi), è tornato ad alzare il sipario di una stagione che si concluderà giovedì 16 marzo 2017 con “Giocando con Orlando”, liberamente tratto dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, con Stefano Accorsi e Marco Baliani. Ma la conclusione della stagione comunale nell’ambito di Fts – Fondazione Toscana Spettacolo onlus, non significa la chiusura stagionale del teatro dove ci sarà, infatti, un prolungamento di stagione con Armunia, da 21 anni (compiuti da poco) fulcro del teatro contemporaneo al Castello Pasquini di Castiglioncello e nel territorio del Comune di Rosignano Marittimo, rimasto l’unico a sostenere  dopo l’iniziale partecipazione di altre amministrazioni municipali (dieci in tutto) della Bassa Val di Cecina.

Per questo Vincenzo Brogi presidente di Armunia e l’assessore Licia Montagnanai, con i direttori artistici Angela Fumarola e Fabio Masi, hanno presentato questo stralcio” di stagione in attesa del festival Inequilibrio che compie vent’anni e movimenterà il Pasquini tra la fine di giugno e i primi di luglio. In vista, per il prossimo anno, di una stagione articolata al Solvay – è l’auspicio di Brogi – che racchiuda sia il circuito regionale che le attività di Armunia. Un nome che significa molte cose, a partire dalle residenze e dalle produzioni che nascono proprio fra Castiglioncello e Rosignano. Ad illustrare nel dettaglio gli spettacoli prossimi venturi, dopo una prima introduzione dell’assessore Montagnani e del presidente di Armunia, sono stati Masi e Fumarola.

SPETTACOLI SERALI

Per quanto riguarda il teatro serale (inizio degli spettacoli alle 21.15) sono in programma tre titoli, due deiquali – ha aggiunto Masi – sono frutto di residenze artistiche nel territorio. Si parte così sabato primo aprile con Fortebraccio Teatro con “Amleto + Die Fortinbrasmaschine” di e con Roberto Latini, con suoni e musiche di Gianluca Misiti  (premio Ubu per “I giganti della montagna”) che ha chiuso una prima tranche del laboratorio musicale che ha visto una grande partecipazione di giovani, in attesa dell’avvio della seconda manche. Lo spettacolo (foto sopra il titolo un’immagine di scena di Fabio Lovino) è “la riscrittura di una riscrittura”, facendo riferimento alla fine degli anni ’70 quando Heiner Müller componeva un testo che era liberamente ispirato dall’Amleto di Shakespeare. Oggi, lo spettacolo di Latini è “una riscrittura scenica liberamente ispirata a Die Hamletmaschine di Müller”. L’altro spettacolo è “La vita ferma. Sguardo sul dolore del ricordo” di Lucia Calamaro, drammaturga molto apprezzata in Francia (foto di scena di Lucia Baldini a sinistra). Prodotto da Sardegna Teatro e Teatro Stabile dell’Umbria, sarà in scena venerdì 14 aprile 2017.

Nel mezzo –  al Teatro Solvay è in agenda per la sera dell’11 aprile 2017 – c’è “Chicazzohainiziato” di Fattore K e Alessio Pizzech, regista originario di Rosignano, tratto dal testo ibrido della scrittrice norvegese Agate Øksendal Kaupang che ha adattato un’opera di Dejan Dukovski.. Un testo che permettere di gettare uno sguardo sulla drammaturgia del Nord Europa.

TEATRO FAMIGLIA

Quattro i titoli del teatro famiglia, dedicato ai ragazzi e appunto alle famiglie. Si parte con la danza e lo spettacolo “Felice” di Silvia Gribaudo che da tre anni lavora sul territorio rosignanese coinvolgendo dalle bambine alle donne di oltre sessant’anni. L’appuntamento (del Teatro delle Briciole) è “uno spettacolo sulle emozioni” ha sottolineato Angela Fumarola, che racconta “la percezione della felicità attraverso il corpo” (per bambini da 4 a 7 anni). “Felice” è in agenda domenica 19 marzo 2017 alle ore 16.15, naturalmente al Teatro Solvay. A seguire ci saranno gli spettacoli “La storia del rock” (Caotica Musiche/Fleux, da 10 a 18 anni, giovedì 23 marzo 2017 ore 21.15) che è una lezione-concerto con Gianluca Magnani che ha svolto alcuni laboratori nel scuole; “Rosso Cappuccetto” (Teatro delle Briciole) di Emanuela Dell’Aglio (da 4 a 7 anni) in cui le scenografie vanno a dipanarsi con la narrazione (appuntamento domenica 9 aprile 2017 alle ore 16.15); e infine “Ok Robot”, secondo capitolo della Trilogia disumana: il presente,  domenica 30 aprile 2017 alle 16.15 (Teatro delle Briciole/Solares Fondazione delle Arti), un progetto di Beatrice Baruffino che comprende tre creazioni (passato, presente e futuro) ovvero tre storie che hanno come protagonisti i dinosauri, i robot e gli alieni.

MARCO MESSERI IN “MALEDETTI TOSKANI” AL TEATRO NICCOLINI DI FIRENZE

Da martedì 14 a domenica 19 marzo 2017 Marco Messeri presenta al Teatro Niccolini “Maledetti Toscani” (da martedì a venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 16.45). Un one man show musicale animato dai testi di due poeti della Firenze del ‘400: il Burchiello e Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico. “In scena – afferma Messeri – costruiamo, dei tanto celebrati Umanesimo e Rinascimento, un esilarante parallelo coi fatti e misfatti a noi contemporanei, avvalendoci di una scatenata arguzia e appoggiandoci su un’allegra e solida impalcatura musicale con Michael Supnick alla tromba e trombone, Guido Giacomini al contrabbasso, Vincenzo Lucarelli al pianoforte”. Marco Messeri e compagni (nella foto a destra) fanno dunque un comico guazzabuglio di versi pienamente popolari creati dal Burchiello (anche Leonardo ne aveva una copia nella sua cassa di libri e il critico De Robertis arriva a parlare di pop art del tempo) con la Nencia da Barberino del Magnifico, insieme all’allegria dei suoi canti carnascialeschi. Una produzione Gitiesse Artisti Riuniti. I “Maledetti Toscani” sonocosì  il Burchiello, barbiere esplosivo e poeta proto-surreale (“I cani pisciano al sicuro, perché col piè puntellan prima il muro”), Lorenzo de’ Medici, intelligente e sfrontato oltre ogni immaginazione (“Nencia sono innamorato, farfallino alla lucerna, Nencia sono innamorato, moscerino alla taverna, e dammi in una gota un bacio saporito più del cacio!”), ma anche Amerigo Vespucci, Botticelli, Giotto e le sue figlie brutte, Filippo Lippi con le sue amanti da sballo e la zia sgangherata. “Queste e tante altre figure – afferma Messeri – animano una miniera di situazioni curiose, ma realmente accadute, una carrellata di personaggi per un momento storico restituito nella sua quotidianità, nei suoi aspetti meno conosciuti e edificanti, più tragici e più comici”. Biglietti da 21 a 24 euro, previste riduzioni. 

SCENA LIBERA – RIFLESSIONI DAL CARCERE AL TEATRO CANTIERE FLORIDA

Materia Prima, la rassegna ideata da Murmuris Teatro, nell’ambito della multi-residenza che anima il Teatro Cantiere Florida di Firenze, ospiterà un focus dal titolo Scena libera-riflessioni dal carcere, una settimana di appuntamenti tra spettacoli e incontri che avranno luogo al Teatro Cantiere Florida, alla Casa Circondariale di Sollicciano e alla Sala degli Specchi di Palazzo Medici Riccardi.  Primo appuntamento martedì 14 marzo, ore 21 nella casa circondariale di Sollicciano-Scandicci, andrà in scena lo spettacolo Dal carcere con gli attori/detenuti della Compagnia di Sollicciano/ KRILL TEATRO guidati da Elisa Taddei. Lo spettacolo ( i cui posti sono già esauriti) nasce da una necessità: raccontare a chi sta fuori come funziona o non funziona il carcere in Italia; cosa vuol dire vivere in un luogo che di fatto sembra avere difficoltà a rispettare la sua funzione rieducativa, raccontarlo attraverso lo sguardo di chi è detenuto .
Mercoledì 15 marzo nella Sala degli Specchi, alle 16.30, si terrà l’incontro Detenzione e Recupero. La cultura salva. Sul tema della detenzione, su come e fino a che punto la cultura, e più in generale ogni esperienza artistica in carcere, diventi un elemento importante nel percorso della rieducazione di una persona reclusa. Le statistiche dicono chiaramente che le carceri italiane non sono un luogo di rieducazione ma spesso un girone infernale in cui chi delinque torna. L’incontro non vuole essere una vetrina di esperienze virtuose né un dibattito autoreferenziale tra esperti del settore, ma un’occasione di dialogo tra chi ancora ha fiducia nella giustizia per riflettere sul perché nel nostro paese il sistema carcerario sembra avere difficoltà a rispettare il codice 27 della Costituzione che enuncia: “le pene […] devono tendere alla rieducazione del condannato”.  Alle 18:.30 andrà in scena un altro frutto del lavoro di Elisa Taddei con i detenuti del Carcere di Sollicciano, il monologo Malesigu. Malesigu in dialetto sardo vuol dire maligno bizzarro, irrequieto, vivace. Malesigu è uno spettacolo biografico che racconta la storia di Massimo Bono, attore detenuto della Compagnia di Sollicciano che decide di parlare della sua infanzia e di raccontarla così come è stata, fatta di lotte, fughe, punizioni, vendette. Il filo della narrazione è teso e attraverso la memoria del racconto si assiste al tentativo di dare un senso a chi sono io oggi. L’attore riporta in vita gli altri personaggi di questa storia, il padre, la nonna, la maestra, gli amici di infanzia, i compagni di scuola; grazie alle loro voci il tono drammatico della narrazione trova, nell’ironia, un respiro. Un lavoro teatrale che mescolando il dialetto sardo alla lingua italiana, ci parla anche di un mondo fatto di tradizioni e credenze popolari.