A Fiesole (fino al 20 maggio) la mostra “Giuliano Ghelli inedito (1963/1983)”. Venerdì 11 festa in piazza per ricordare il compleanno dell’artista scomparso nel 2014

La Sala del Basolato di Fiesole, ancora sino al 20 maggio 2018, ospita la mostra, a cura di Mirella Branca, “Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo”. L’artista toscano, scomparso nel 2014, viene ricordato attraverso una cinquantina di opere (nelle foto l’immagine di due tele esposte a Fiesole), dagli esordi negli anni Sessanta, in cui abbracciò le tendenze pop dell’arte italiana ed internazionale dell’epoca, sino agli inizi degli anni Ottanta.

Venerdì 11 maggio, per ricordare il giorno della nascita di Ghelli, l’esposizione sarà aperta eccezionalmente sino alle ore 21 e l’intera piazza Mino sarà coinvolta in una festa a lui dedicata. Alle ore 18.30 si terrà una visita speciale, aperta a tutti, insieme alla curatrice Mirella Branca, e a seguire, dalle ore 19.30, ci sarà un intrattenimento musicale con lo elektrospacerocklive degli Elektronauti, alias Luigi D’Alessandro, chitarra e synth drum e Gianpietro Di Rito, voce e basso. Al termine un brindisi per tutti.

Elektronauti[1]

Elektronauti (foto a sinistra) è un progetto nato nel 2012 nel delta dell’Arno, con l’idea di fondere sonorità rock, etniche ed elettroniche in una poetica organica e psichedelica. Il risultato è un electro-space-rock con composizione, tutta originale, fondata su testi in italiano. Il duo, che nel tempo ha sperimentato soluzioni a maggiore impronta psych/wave/elettronica, ha partecipato anche alla produzione di musiche per teatro, sviluppando ed eseguendo in scena composizioni originali.

Un’occasione speciale per vedere questa mostra che non propone il Ghelli maturo, più conosciuto, a cui negli ultimi anni sono state dedicate numerose mostre, ma un Ghelli giovane, totalmente ‘inedito’, per gioco e forma, che guarda all’avanguardia italiana ed europea degli anni ‘60 e ‘70, produce quadri e oggetti che desteranno stupore e ammirazione e nei quali si sente già tutta la coerenza e la forza dell’artista.

Strano portapaesaggi, 1974, acrilico su tela, 120X120 cm bassa[1]

La mostra vede quale partner Banca Cambiano 1884 Spa, che possiede molte opere del Maestro, che espone nelle proprie filiali, per condividerne la cultura e l’espressione creativa.

LA SCHEDA / Giuliano Ghelli, nato a Firenze nel 1944, si affacciò al mondo dell’arte nei primi anni Sessanta, partecipando, pur in modo assolutamente individuale, alle tendenze del periodo, quando il paese si apriva alla cultura di massa. Espose in quegli anni in mostre collettive nelle sedi di Firenze e di Milano della galleria “Numero” di Fiamma Vigo, luogo di incontro delle più moderne tendenze del momento, respirando anche, nel decennio successivo, il clima fiorentino reso fervido dalla presenza di gallerie d’avanguardia. E’ questo il periodo cui è dedicata la mostra fiesolana, volta a dimostrare la coerenza di Ghelli, incentrata su una visione della realtà in chiave fantastica, stimolata tra l’altro dal mondo della fantascienza, centrale nell’Italia dell’epoca. Lo attestano le opere degli anni Sessanta e Settanta vicini al ciclo dei robot dei romanzi di Isaac Asimov, nelle quali si afferma un linguaggio fatto di lettere o cerchi, segni o forme libere stese a piatto, giunture meccaniche e dinamiche frecce direzionali, colori intenzionalmente privi del loro carattere pittorico, richiamo piuttosto al mondo industriale, in contrasti ora delicati ora più vivi.

Nella realizzazione di sagome colorate, quasi dotate di vita autonoma, si trova un’altra caratteristica del linguaggio di Ghelli, quella della capacità di un racconto favolistico, che si articola nello snodarsi delle forme. Come per esempio nei suoi Portapaesaggi, fatti di ruote, segnali stradali, binari, grattacieli: un mondo reale che diventa qui fantastico.

In questo mondo si radica anche l’interesse, maturato più tardi, per le macchine di Leonardo, non estranee allo sviluppo di automatismi, spunto per giochi immaginari. Vi tornano con più forza i colori e le forme, giocate in libertà, dal carattere più naturalistico ma libere come giocattoli senza peso in una giocosa dimensione onirica. La mostra intende concludersi su questa fase della sua attività, nei primi anni ottanta, quando l’opera dell’artista acquista un carattere più surreale.
Insieme ai lavori di Giuliano Ghelli saranno esposte opere di altri artisti a lui contemporanei: Valerio Adami, Luca Alinari, Vinicio Berti, Antonio Bueno, Pietro Gentili, Sebastian Matta, Gastone Novelli, Vittorio Tolu.

Il catalogo, edito da Polistampa, include testi di Mirella Branca, Lara-Vinca Masini e Barbara Casalini, assessore alla Cultura del Comune di Fiesole.

L’Archivio Giuliano Ghelli, fondato nel 2015, è un’associazione culturale che si occupa della conservazione e gestione di opere lasciate in eredità dall’artista, nonché della certificazione e catalogazione di opere in collezioni private.

Giuliano Ghelli inedito
Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contemporaneo (fino al 20 maggio 2018)
a cura di Mirella Branca
Fiesole, Sala del Basolato
Orario: da martedì a venerdì ore 14.00-18.00
sabato e domenica ore 11.00-13.00 e 14.00-18.00
chiuso lunedì
Ingresso libero

Informazioni
Archivio Giuliano Ghelli
e-mail: info@archivioghelli.it – www.archivioghelli.it