SPECIALE “IRIS” / 1. Il 16 e 17 dicembre al Goldoni di Livorno il celebre titolo mascagnano che sta per compiere 120 anni (con fotogallery e video)

di ELISABETTA ARRIGHI

Era il 7 dicembre del 1863: il piccolo Pietro lanciava i suoi primi vagiti. Di lì a poco sarebbe diventato un grande compositore, Pietro Mascagni, livornese, nato in quella che oggi è piazza Cavallotti dove esiste una lapide sul nuovo palazzo che anni fa ha preso il posto di quello esistente a metà dell’Ottocento.Mascagni-bello

E nel giorno del compleanno di Mascagni, nel foyer del Teatro Goldoni di Livorno, fra un busto del Maestro e il suo pianoforte, è stato presentato il nuovo allestimento dell’opera “Iris”, una coproduzione del Goldoni con il Giglio di Lucca e il Verdi di Pisa, e con Kansai Nikikai Opera Theatre Osaka, dove è già stata rappresentata con grandissimo successo nei mesi scorsi. L’opera (quando entrerà finalmente nel classico “repertorio” dei teatri lirici?) sarà in scena al Goldoni il 16 dicembre 2017 alle ore 20.30 e domenica 17 alle ore 16.30.

Questa nuova edizione di “Iris” di cui nel 2018 ricorrono i 120 anni dal debutto, vede per la prima volta l’opera mascagnana firmata da un regista giapponese, Hiroki Ihara.

“La nuova edizione – ha sottolineato il direttore artistico della stagione lirica del teatro livornese, Alberto Paloscia – rappresenta il coronamento di un vero e proprio work in progress cominciato due anni fa con l’ampliamento e il consolidamento del Progetto Mascagni della Fondazione Teatro Goldoni nel panorama internazionale, attraverso i rapporti con prestigiose realtà europee ed extraeuropee e alla nuova veste conferita al corso di alto perfezionamento per interpreti mascagnani denominato Mascagni Opera Studio. Il teatro della città natale del compositore si configura così come un autentico punto di riferimento internazionale per il rilancio della sua figura ed opera, tramite interazioni e coproduzioni con altre realtà fuori dal nostro Paese e grazie alla ricerca di nuovi talenti vocali che possano rinverdire i fasti della vocalità mascagnana di un tempo. Un progetto che vede risultati tangibili proprio con la nuova proposta di Iris, un ritorno dell’opera mascagnana, primo titolo del repertorio italiano ambientato in Giappone prima della più popolare Butterfly pucciniana, alle sue radici esotiche e nipponiche”. Tutto questo grazie al lavoro svolto con la Kansai Nikikai Opera di Osaka, dove nel maggio scorso ci sono state due recite che hanno avuto uno straordinario successo”.

Alla presentazione di “Iris” erano presenti il direttore generale del Teatro Goldoni Marco Leone, il direttore artistico della stagione lirica Paloscia, il direttore d’orchestra Daniele Agiman, l’assessore comunale alla cultura Francesco Belais, il regista Ihara e Giorgio Odello, presidente del Rotary Club Livorno.IMG_6427

In apertura dell’evento c’è stata da parte di un nipote, la donazione di una piccola statua in bronzo raffigurante Mascagni realizzata dall’artista labronico Umberto Bartoli. Una donazione accolta con un grande applauso e con la notizia, da parte di Belais, che il Teatro Goldoni è destinato a diventare un grande Polo Culturale nel quale prevedere anche le arti figurative oltre alla musica, al teatro e al belcanto.

Quindi con Anna Cognetta al pianoforte, sono stati eseguiti due brani da “Iris” (nei video allegati all’articolo le esibizioni) da parte dei partecipanti al Progetto Opera Studio.

Ecco nel dettaglio il cast di “Iris” per gli spettacoli del 16 e 17 dicembre 2017 a Livorno. L’opera sarà poi rappresentata al Teatro Verdi di Pisa sabato 13 e domenica 14 gennaio 2018, e al Teatro del Giglio di Lucca sabato 10 e domenica 11 febbraio 2018. Nel cast delle prime rappresentazioni nei tre teatri toscani, salirà sul palcoscenico il soprano Paoletta Marrocu, al suo debutto nel personaggio del titolo mascagnano. Marrocu, fra l’altro, ha guidato la Masterclass del Progetto Mascagni Opera Studio per il quale, come docenti, si sono alternati Alberto Caloscia (presentazione del progetto, drammaturgia e interpretazione); Vivien Hewitt, regista (drammaturgia e interpretazione scenica); Laura Brioli, mezzosoprano (interpretazione vocale); Fulvio Venturi, musicologo, critico e studioso di Mascagni (storia dell’interpretazione); Giancarlo Del Monaco, regista (interpretazione locale e scenica), Daniele Agiman, direttore d’orchestra (interpretazione musicale). A breve, in un altro articolo, parleremo più ampiamente dei cantanti e dei cast previsti anche per gli appuntamenti a Pisa e a Lucca.

“IRIS” AL GOLDONI DI LIVORNO: IL CAST

Personaggi e interpreti: Il Cieco / Manrico Signorini – Fulvio Fonzi; Iris / Paoletta Marrocu – Valentina Boi; Osaka / Paolo Antognetti – Denys Pivnitskyi; Kyoto / Carmine Monaco d’Ambrosìa – Keisuke Otani; Dhia – Una Guècha / Alessandra Rossi – Kaoru Kiichi; Un Cenciaiolo – Un merciaio / Didier Pieri – Daisuke Fuijta; due Cenciaioli / Tommaso Tomboloni e Marco Innamorati.

Direttore d’orchestra Daniele Agiman, regia e luci Hiroki Ihara, scenografia Sumiko Masuda, costumi Tamao Asuka, coreografie Rina Ikoma, maestro del Coro Marco Bargagna. Orchestra Filarmonica Puccinina, Coro Ars Lyrica (coro aggiunto per Inno del Sole istruito da Luca Stornello).

(1 – continua)

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UNA STORIA LUNGA 120 ANNI. ECCO IL RITORNO DI “IRIS”

120 anni fa Pietro Mascagni si apprestava a dare alle scene la sua nuova opera, “Iris”, il primo titolo del melodramma italiano ambientato in Giappone. “Una favola esotica cruda e crudele, che segnava una nuova fase del suo itinerario creativo e che si immergeva nella temperie del suo tempo lasciando presagire i traguardi del Novecento impressionista ed espressionista. Un teatro “difficile, ma che ripaga ascoltatori e interpreti” come dice il Maestro Agiman e per il quale abbiamo lanciato e raccolto nuove sfide – dice il direttore generale del Teatro Goldoni Marco Leone – : innanzitutto, insieme ai Teatri di Lucca e di Pisa, per la prima volta coproduciamo con un teatro giapponese, il Kansai Nikikai Opera Theater di Osaka; ancora: per la prima volta in un teatro italiano l’opera giapponese di Mascagni sarà firmata da un pool di artisti provenienti dal paese di origine impegnati a restituire nello spettacolo il gusto e i dettami del teatro più vicini alla loro cultura, in piena sintonia con l’ordito narrativo e strumentale dell’opera. Un’operazione questa che è nata nell’ambito del progetto internazionale Mascagni Opera Studio della Fondazione Teatro Goldoni, quell’Accademia di alto perfezionamento per giovani artisti lirici, indirizzata all’approfondimento del repertorio operistico di Mascagni e del teatro musicale verista”.

LE RIFLESSIONI DEL MAESTRO DANIELE AGIMAN

“Ancora qui, a dicembre 2017, a perorare la causa di Iris… dopo Gavazzeni, che per Iris si impegnò strenuamente, come intellettuale e musicista, nel lontano 1956, in occasione della memorabile messa in scena romana… Sottolineare come la musica di Iris sia la più straordinaria musica uscita dalla penna di Mascagni? Lo sappiamo, e la critica più accorta unanimemente lo sottolinea, da sempre (chi ha scritto musica così audace come nel terzo atto, vero capolavoro nel capolavoro?). Definirla come il più audace progetto in campo operistico di tutto il repertorio (forse non solo italiano…) tra fine ‘800 e inizio ‘900? Non è cosa difficile, basta leggere il libretto, bellissimo, di Illica, e poi osservare ed ascoltare, con attenzione la musica di Mascagni… Ma allora, perché non si fanno meno Butterfly e più Iris? – si chiede il, uno dei più attivi a livello internazionale – Perché un’opera diventa “di repertorio”? Certo, per la qualità musicale… e, ammettiamolo, Butterfly è “più bella” di Iris: ci è facile piangere con Cio Cio San, ma mai si piange né ci si immedesima con Iris. La musica di Puccini arriva diretta al cuore mentre Mascagni… Ecco il cuore del problema: con Iris, Mascagni realizza, in piena unità di intenti con Illica, la sua “opera più filosofica”, un’opera in cui il pubblico è chiamato non ad assistere ad una vicenda, ma a riflettere contemporaneamente allo svolgersi della vicenda stessa… e che vicenda”.
“La più sordida trama che si potesse scegliere  – sottolinea ancora Agiman – diviene il pretesto per una contemplazione delle vicende umane di cosmica portata: ad inizio e fine, il Sole, divinità concreta ed astratta insieme, canta un inno che ci dice della sua costante presenza come “grande occhio”, che contempla ma non partecipa alla vicenda terrena della fanciulla giapponese (…)”.

LE NOTE DI REGIA DI HIROKI IHARA

“Iris di Mascagni è superiore alla Butterfly di Puccini in termini di realizzazione di un autentico Giappone – scrive il regista Hiromi Ihara – Mascagni ed Illica hanno creato un’espressione più libera e vera, nel senso che descrive un Giappone immaginato attraverso la grande influenza che il Japonisme (la penetrazione dell’arte figurativa e della letteratura giapponese in Europa, prima di tutto attraverso Hokusai e la sua pittura) ha portato in Europa. Orientalismo, Impressionismo e Decadentismo sono le parole chiavi da utilizzare per questo capolavoro: a tratti mi sembra che Iris sia più vicino a Turandot che a Butterfly. Ci sono tre uomini intorno a Iris. Sono tutti egoisti: sfruttamento, pressione sessuale e dipendenza, questo è ciò che li contraddistingue nel loro comportamento verso Iris”.

“Liù, grande eroina pucciniana della Turandot, ci ha fatto conoscere la forza del sacrificio – prosegue il regista – Iris ci mostra l’arma più forte del sacrificio: la resistenza passiva dell’innocenza. Alla fine Iris diviene veramente la grande eroina rappresentante la vittima di ogni tipo di sfruttamento e maltrattamento nella vita degli esseri umani”.